Biografia

Francesco Currò nasce a Merì il 10/09/1959 un paesino della provincia di Messina.(Sicilia) Fin da ragazzo coltiva la passione di scrivere poesie. Si diploma nel 1978 all’Istituto Tecnico Industriale di Milazzo. Dopo il servizio militare entra 1980 a far parte del Corpo della Guardia di Finanza con sua prima destinazione operativa Trieste. In tutto questo tempo con la città nasce un amore quasi viscerale tanto che ad essa dedica gran parte dei suoi versi nelle sue poesie. Nel 2014, anno in cui viene posto in congedo, prima di trasferirsi ad Attimis UD compone una struggente poesia alla città “ Ode a Trieste”, che fa pubblica sul quotidiano locale Il piccolo di Trieste; carichi sono i suoi scritti, di sentimento e amore per i luoghi e le persone che ivi frequentava quotidianamente. Tra le sue liriche tra l’altro ricordiamo: il suo bastone assente, una lirica dedicata a Umberto Saba e l’allegra Triestina e poi tante altre che se anche qui non menzionate non per questo di minor importanza. scrive anche poesie per il suo paese natio siciliano ricordandolo con nostalgici versi. Ad Attimis in prov. di Udine dove viene a risiedere stando immerso nelle floride campagne di verde della piccola vallata circondato da antichi manieri prosegue questa sua arte maturata con gli anni dando gran risalto ai luoghi del posto dove ora vive.

Partecipa ricevendo attestato di merito con la lirica “ Ti amo ” al concorso premio nazionale di poesia e narrativa Anps “Golfo dei poeti “ nel 2010

Da editore Pagine s.r.l. Roma nel 2013, pubblica sillogi di poesie per le collana di poeti poesia diretta da Elio Pecora, su:

-Viaggi Di Versi____________Nuovi poeti contemporanei 13 poeti

- Poeti contemporanei 7 poeti

Nel 2014 entra a far parte della scuola istituita dal Cavaliere Silvano Bortolazzi più volte proposto come candidato al premio nobel della letteratura nonché Presidente coordinatore internazionale e fondatore della Scuola di Poesia – School of Poetry dell’Unione Mondiale dei Poeti UMP dove viene a ricoprire importanti incarichi nell’ambito della stessa tra cui quella di presidente per la Regione del Friuli Venezia Giulia. Nel 2014 gli viene conferita dal Presidente fondatore della scuola la medaglia al merito del 1° grande premio della poesia di Sestrieri per l’impegno nel campo letterario, compresa l’organizzazione di eventi poetici a livello internazionale.


A febbraio 2017 coautore col collega e poeta, Daniele Petrichiutto per la pubblicazione della silloge di poesia dal titolo: " Da Solchi Proliferi Aurei "


A gennaio 2019 autore unico della Silloge di Poesie " Il Battesimo Dei Versi"

giovedì 30 novembre 2017

Iò mi sentu d'aviri ancora a coppula ...


I baffi ranni du carritteri cu mulo
u fasciu i rami supra li spaddi in bilicu

li mani mi trovu macchiati d'aliva
i stai scutulianni
pi falla cadiri da terra intra la riti

nautra vota a cogghiri; aranci iau u panaru e i  manu
ghini
poi
u ciauru di zagara d'aranci e u prufumu agru di limuni da Sicilia.-

mercoledì 29 novembre 2017

Stavo per perdere un figlio.

Per colpa dell'Australia? non di certo! né dell'America o dell'Europa.
Pur di avere un lavoro, che in Italia c'è penuria,
più di qualcuno qua si vende per poco!
povera gente c'hanno famiglia..

Intanto gozzovigliano nei salotti per bene
i soliti noti
riempendosi la bocca
di cazzate
che manco loro sanno poi alla fine che dicono

e facendo si che li si lasci squattrinati
senza futuro, sottopagati.
i figli nostri ...
disinteressandosene,

ma si guardano bene di allontanarsi  o di allontanare i figli loro.
Le ragioni per ora ci sono ignote.
Chiamando da altri mondi altri indigenti;
cacciandoli a casa loro con le bombe,

cosi che niente possa andare bene ma in compenso c'è ricchezza a uffa, dal canto loro,
di cui non si può godere
se non per loro
e c'è poi chi la usa come trappola per topi per bloccare.

Vediamo richiami di civette volgersi oltre gli antipodi degli orizzonti
Italia
dove da qua defluiscono i serbatoi della Nazione
Potrà mai essere un padre permetta al proprio figlio che lasci la sua Patria?






Piove e tre amici ...

Una volta tanto ci ritroviamo ridendo e scherzando
parlando di niente e di tutto,
delle cose che veramente contano, per come sono, e non per come sembrano.
Ci viene meglio farlo.
Si sa di essere veri ridendo, scherzando!
I pensieri soliti distraiamo come i post allegandoli di allegria.

Dai telefonini i flash ci cercano per i self; gli sguardi per un ciis!
pronti
mentre assumiamo posizioni d'inquadrature diverse per l'obiettivo
imprimendone il ricordo che resta della lieta  compagnia.

L'acqua, la birra, il prosecco che ci regalano minutissimi attimi
di felicità
non hanno alcuna importanza per il fine che ciascuno di noi si propone

cosi più che i sorsi da bere
sono i gesti, le azioni a valere
i bicchieri, i calici, i bicchierini
non hanno importanza
anche se
uno sta sul tavolo, uno sul banco
ed un altro retto da mani stando uno di noi  in piedi.

Un ciao, un giro e la promessa di ritrovarci presto
quando in quel mentre un altro amico si presenta
e ci saluta.
S'alza un nuovo calice frizzante per un sorso di prosecco
e rincomincia il valzer!


martedì 28 novembre 2017

Rosa d'oro.

Aveva non solo i vestiti inzuppati d'acqua ma i capelli, le scarpe, i calzini  e lei stessa si sentiva in un certo qual modo d'essere pregna come una spugna, ma contenta, e sorrideva giacché capiva che almeno ora gli ingredienti necessari che le occorrevano per preparare la sua ricetta c'erano tutti. Ripensandoci si ricordava che quel giorno non voleva saperne di uscire, faceva freddo e c'era aria di pioggia. Si oscurava il cielo per le nubi che s'imbevevano da bianche che erano a poco a poco come nero di inchiostro. Eppure di bagnarsi per dover fare un salto in bottega non è che le sarebbe andata. Suo malgrado per la fretta di uscire si dimenticò di portarsi con se l'ombrello e si bagno tutta dalla testa ai piedi. Mannaggia! mancavano pochi minuti alla chiusura del negozio. Mise il primo vestito che le capitò davanti, e usci. Un tratto di strada prima e poi quando le restava che una decina di metri è lì che inizio a piovere tant'è le fu necessaria una piccola corsa.  Tutta colpa della passione di cucinare appresa dalla madre e di una ricetta in particolare che intendeva preparare alla cui mancavano alcuni ingredienti per realizzarla. Un piatto prelibato di sua madre, che al solo ricordarselo le faceva venire ancora l'acquolina in bocca.
...

domenica 26 novembre 2017

giovedì 23 novembre 2017

L'albero di Natale (mod,)

Avevo si e no 8 anni ed oltre a questa tenera età,
l'albero di Natale più bello che qualunque bambino
potesse allora desiderare.

Preparato da mani piccole innocenti
povero d'addobbi, senza palline
o forse poche; lacuna!
scarne luci e  stelle filanti.

Dai rami pendevano a piacere:
mandarini, cioccolatini e caramelle.

Era singolare! non più alto di 70 cm, ricordo.
Se lo guardavo faceva tenerezza. E
illuminato la sera si poanazzava
fin dalla cima dove c'era posta una cometa.

Non  mi si cancellano le immagine
dagli occhi.
Rivivo come in un flash lo scatto d' una foto
era l'albero a cui mancava la vita e la parola!



di Francesco Currò

Alle volte ci poniamo seri dubbi sui progressi ottenuti in vita.

Se tutto quel che è successo, succede o potrebbe succedere possa essere realmente accaduto.

Così pur interrogandoci sembra nonostante tutto di non trovare risposte cercate.

Il bello è che lo facciamo ogni momento. E' più forte di noi.
Non riusciamo a resistere all'impulso,
come se in effetti non fossimo in grado di avere le capacità
di superare simili traguardi.

Rosa d'oro.

Sa, e non si sente sola.
Qualcuno pensando a lei la ricorda ancora ad ogni fiato ad ogni parola,
ad ogni boccone di cibo; di fumo; sorso d'acqua
o respiro.

Prima ancora che vada a dormire e si prepara ad incontrare i desideri

come anche di giorno quando vive la sua vita immaginandola reale
già a lei che la vita pareva si fosse dimenticata, le si regala in fondo questo sogno.


L'isola che ci distanzia.

E' Vicina più di quanto possiamo immaginare
e ... 
non occorre affatto che ci sia mare tra noi
come non occorre che vi siano:
muri, colline, monti o spazi aerei o vuoti ... addirittura;
l'importante e che ci riesca a dividerci,
ciò che conta già per essa è dividerci.

L'amore artefatto ( Modif. )

Fa poca strada.
Non crea stadi d'estasi profondi
e scambia i sentimenti a un prezzo molto caro.

Se non ami davvero, sappi,
due cuori in uno non ci entreranno mai!
Questi meccanismi insani a lungo andare
sminuiscono il corpo e l'anima.

Se non ami, non vivi!
e se non vivi, che Vita è?
Tu, ancora non lo sai;
ma forse se ci pensi su, eh, chissà.


di Francesco Currò

martedì 21 novembre 2017

Rimandiamo.

Ad altri momenti le cose da fare,
                        e così ...
finisce che ce ne dimentichiamo.

venerdì 17 novembre 2017

Le castagne.

Le castagne.

Le abbiamo raccolte nel bosco cadute dai rami
tra le foglie secche e gli involucri spinati.
Muovevamo con un bastone i pezzi sparsi.
Per la pioggia caduta il terreno ancora franava.



Non ci hanno fatto desistere dai nostri propositi,
gli  inciampi o scivoloni sull'erba bagnata
così da riuscirne a riempire il cesto fino all'orlo.
Qualcuna coperta di fango; qualche altra bucata.

Gradevole alla vista si apprestava a calare la sera.
Sulla brace scoppiettante del caminetto acceso
la buccia delle castagne abbrustolite scricchiolava

e per la gioia ce li siamo portate alla bocca.
O che gustose prelibatezze trovate nel bosco!
o che buon calice di vino rosso li accompagna.

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

giovedì 16 novembre 2017

Anche se sono passati oramai degli anni faccio fatica ancora a distinguere il giorno dalla notte..

La luce,

ci accompagna meglio nelle ore

della notte



mentre

il giorno, ci spegne  e resta accesa.


di Francesco Currò.



A un seggio elettorale, in Sicilia.


Buon giorno Signora! noto con piacere che  oltre a Lei  ha un altro che  vuol fare  votare

ma non abbiamo ancora creato la sezione cani.

Guardi Signore! che i cani come li chiama lei alle volte ... per non dire sempre, sanno essere creature migliori degli uomini stessi.

Spiate.


Ti chiamo ma non rispondi.

Ti scrivo

avvilito, perché

ti neghi!

che cosa  ti turba, amico mio,

che non vuoi dirmi;

ti fa sembrare malato questo

lo sai?

 io noto

mi leggi

ma 

poi

se ti chiamo ;

se ti telefono

se cerco di rintracciarti
o

In qualsiasi altro modo faccia

se aggiungendo un mio commento ad un post

che hai scritto

non trovo risposta

sento comunque il tuo raggio di visuale  riflettersi

sullo specchio dei  nostri ricordi

felici.

Tranquillo ...  stai sereno

un peso? dici sei

semmai i un dolce peso!

O non hai peso
o entrambi?

ah, pessimismo

mentre la lealtà

avanza

con la concretezza

che si merita

 imperterrita

senza tregua

muore
come
di spasmi

la parola dettata

in un saluto
non dato.

Non ho ...
non hai ...

 ronzano

come api

le  orecchie

mie
per le tue risate sarcastiche

ma com'é che non sento l'eco raggiungermi

poi ...
in
quest'altra nuova fase


poetica?


Rosa d'oro.

Si apprestava ad uscire.

I passi,

parevano coprire quel po' di brezza

leggera

che sfiorandola l'accarezzava

... il suono

che le orme  lasciavano

sul terreno si faceva meno forte.


S'accorgeva

del sole che sulla propria ombra

giocava a rimpiattino;

e rideva di questo ... ripensandoci,

nascendo

ad ogni  tratto di strada che faceva


come fosse Lei stessa,

il raggio di sole che camminando la colpiva.







Quando vuole la xe adorabile.

Quando non c'è
ci manca;

se c'è
è indesiderata
come per noi
un
estranea che non la si sopporta più tant'è invadente.

Così come in amore
due teneri focosi amanti si odiano e si amano,
la si odia e la si ama
al contempo
sia col vento freddo che col gelo
o l'acqua
ad imperversare
da qua dai monti.

Sbutta;
sbuffa;
s'adira;
sbotta.

Parlo se ancora non lo avete capito amici miei, della Bora.

Nella nebbia fitta
oltre la
foschia
s'avvista
uno squarcio
di cielo
dalla costiera
proprio sul mare.
.

Ambizioni che si spengono. (mod.)



Un fiume di parole poco propense a capire.
non è non è come sembra! non è come dite!
Il frenarsi sulla strada intrapresa,
quando non avreste voluto,
ma da questa inevitabilmente condizionato,
spinto dalle necessità del momento.
Una telefonata: vi induce a rinunciare,
ma che al contempo: vi elogia e vi innalza,
quel tanto basta, per illudervi
e poi quando aprite veramente gli occhi produce quell'effetto:
da lasciarti sgomenti e inorriditi.
di Francesco Currò

mercoledì 15 novembre 2017

Rosa d'oro.

Fino ad allora chi se lo sarebbe potuto aspettare ...
ero intento in una delle mie occupazioni
giornaliere,
per distrarmi dai pensieri della mente
quando mi è apparsa davanti come fosse stata un miraggio per me.
Non credevo ai miei occhi
pensando mi ingannassero ho sbattuto le palpebre una o più volte come movimenti di ali di farfalle. Si era Lei!
Il campanello, possibile sia stato
muto al cancello d'entrata o sono stato io che non l'ho sentito suonare?
E così parti ... mi dice avvicinandosi a me ... e te ne stavi andando via senza neanche salutarmi? bravo!
no e che ... stavo per dire, ma non sono riuscito ad aggiungere altro, d'altronde si vedeva chiaramente che ero mortificato a ragione del motivo che aveva colto nel segno.
Stavo scappando!
In verita la prima mia tentazione era di salutarla stringendola intorno alla vita e baciarla col suono delle labbra, lo schiocco datosi guancia a guancia
ma di questo mio slancio quasi sommesso ne è venuto fuori una stretta di mani soltanto
gli occhi lucidi del resto affondavano nello sguardo di lei tradendo i nostri pensieri
prendendone possesso e riflettendosi nello specchio degli addii ... che però non volevano saperne quell'istante di abbandonare il campo
a quell'illusione che sembrava nascondersi dietro una maschera ...

giovedì 9 novembre 2017

Mi mancherà.

La compagnia di questo amico mio fidato
sincero e leale
di primo mattino che spunta con la sua aurora crepuscolare
ne vedrò il correre dei suoi passi frettolosi
sul punto di venirmi incontro e farmi festa
anche quando non mi sarà davanti mi parrà che sia sotto i miei occhi
raggomitolato come una gatta a volte ma con il sentore dei rumori lontani
che lo fanno divenire guardiano attento
mi mancherà lo sento sopra ogni cosa
non spariranno mai dalla mia vista gli ossi e le palle sgonfie dai morsi
poiché bucate dai suoi denti
l'odore pregno di lui sui miei vestiti ma che inizio ad apprezzare
lontanamente
gli occhi fissi ad ogni mio movimento perché si aspetta che lo coinvolga
nei miei atti.
La ciotola di cibo che gli cambio tutte le mattine e l'acqua fresca pulita
l'amore che mi ha fatto apprendere standomi affettuosamente accanto.

Rosa d'oro.

Non ha cantato questi giorni giacché
era triste e dispiaciuta
le ho domandato cosa avesse
si vedeva chiaramente che qualcosa non andava
per il verso giusto.

Non mi ha risposto,
stendeva i panni bagnati nell'angolo del suo giardino
e volgeva lo sguardo disattento alle cose senza mostrare alcuna importanza.

Di tanto in tanto poi dava qualche attenzione al cane che scodinzolava la coda standole vicino ad abbaiare.

Quante carezze lontane dal parlare si sono susseguite.

Andavamo distraendoci in cerca d'un posto all'ombra,
in Canal Grande, a Trieste, fra i tavoli nel periodo del solleone.
Ce ne stavamo a sorseggiare un buon prosecco fresco,
che sarebbe poi servito a toglierci l'arsura dalla gola.
Le patatine accompagnate, dal sale delle noccioline
ci rincorrevano la bocca già in quel mentre di mangiarle.
La presenza sempre viva dello scrittore James Joyce,
stuzzicava in noi l'attenzione degli sguardi della gente che accanto ci passava
come se fossero passi della sua grande opera, Ulisse.
Col silenzio della frescura soleggiata brezza del canale,
nulla serviva; stavamo da Dio nel cantucciu della via!


mercoledì 8 novembre 2017

Mi dovrò preparare di nuovo alla vista della tua bellezza ..

Mi domando se ne sarò capace.
Ogni momento ne traccio i tuoi lineamenti
e dopo che il tuo viso s'è realizzato,
ne rimango dallo sguardo dei tuoi occhi affascinato ...
Stupefatto.

Inutile solo asserire che sei  stupenda
se ne ho la certezza lampante.

Viene facile la parola, Amore!
non ho difficoltà a sussurrartela.

Scende da dentro a fuori
come io e te un tutt'uno con il mondo
misterioso
come misteriosa sei tu mia amante moglie.

Mi preparo di già ai tuoi abbracci, i tuoi baci
Tu, la mia più bella poesia
senza di te è difficile immaginare la mia vita!

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

Non vidu l'ura

di arrivari da' a me casa
fari un sautu di munnu
di cent'anni


si maiu a spustari da' dopu si putissi diri suttasupra ...
all'antipodi
ma sugnu da anni cunvintu anchi si non era propriu u me desiderio
di viviri luntanu
d'unni nascì

anchi si ca' i pianti hannu chiù vita
dà campunu chiossà
sunnu chiù vivi!

Comu è possibili?



A tutti l'angulu sunnu attaccati

sulu pochi simbuli

l'autri unni sunnu?

chi fini hannu fattu?

ma si vidi chi ci n'é supra attaccati a autri

non parramu di chiddi fora posti

tanti e stirminati

ancora genti ca fannu di patruni ca'

U Statu c'è?

o c'è e non c'è?

gioca a musca ceca

dicitimmillu

non m'offennu

chistu è l'andazzu  chi si protesta stannu muti?





Anchi dopu tanti anni.


Tuttu e rimastu come lu lassai

a genti e chidda di na vota

a dispirazioni a fa da patruna

u restu a giru attornu e cancia

si resta attaccati o passatu eppuru  lu vulissiru
diversu si scantunu du novu

così si rannicchiunu comu to un cantuni
e stannu attenti e cosi chi canciunu l'autri

ogni matina vulissiru pero leggiri supra a prima pagina du giurnali

chiddu chi a chiacchiri avissuru fari iddi!

Semu cumbattuti.

Tra chiddu chi eravamu e chiddu chi semu
e tra i dui na voci che media
e fa cuntrastu.

Na vota vinci una e na vota vinci nautra
a mediatrici lesina
u so compitu
comu si non sapissi lavurari beni

I sensi litigunu l'unu cull'autru.
Accossì stranamenti:

Cu non vidi senti;
        cu non senti  vidi;
                   cu non fiata parra;
                                     cu non parra  fiata;
                                                     cu non tocca  pigghia;
                                                                           cu non pigghia  tocca,
                                                            cu non ciata
                                                                          cu ciata ...
                                                                                cu non c'eni propriu.

martedì 7 novembre 2017

Nenti da fari.

non ci avemu capitu nenti
eppuru hannu fattu miraculi
sunnu scinnuti puru i santi du celu

u mari ha ittatu sangu che ondi
e u celu ha cianciutu

Fannu i cuntenti
mentri sannu che hannu persu
un iniziu da ca' pi risaliri
da stu 35 per centu
e tuccari autri stiddi chi ranni.

3 anni fa cu mai pinsava d'attraversari u strittu di Messina
a nuotu anziché du ferry boat

ora tutti esultano
coma o solutu tutti vinciunu
soprattuttu
chi mischiavu to so panini companatici d'ogni genire
e ogni geniri di schifezzi to paninu

ma ca cacchi cosa non torna!
si lamentunu si lamentunu e lasciunu scappari i vacchi.

Tre colpi di clacson


Attraverso il tunnel,
la visione nitida della vita
al di là dei meri pensieri....
Chilometri e chilometri
di territorio
andare, venire e soffermarsi;
lungo percorsi
ora a giorno,
ora silenziosi,
ora al buio,
La chiara visione
dell'essere,
sulla superficie del
mare
presente.
Tre colpi di clacson
per quanto brevi,
tante volte nel passato rivisitati,
appaiono ora smisurati illimitati
sulla strada
dei pensieri come del mare verde rame
col verde del paesaggio tutt'attorno.
Tre colpi di clacson
ed noi di qua e di là passando, a rimuginare: ai tre colpi di clacson
sull'inizio, sulla fine,
ai monti scoscesi delle pareti lisce a strapiombo sul mare.
è ringraziare il cielo del dono concessoci di ritornare.


di Francesco Currò

tutti i diritti di copyright riservati

Mi lecca tutta a faccia ..

U peluche.
appena apru l'occhi.
Si rotula, si gira suttasupra
e poi aspetta
a mia pa me mossa.

Iò, chi facciu l'indifferenti
a iddu chi cu di occhioni ranni mi vadda

poi si scudola tuttu

sparisci pi cacchi minutu e
ritorna
con te denti
un ossu. na palla
o addirittura
nenti.

i spingi cu musu finu a mia
e poi guaisci
e si non ci staiu a badarlu
m'abbaia
o si distrai se senti luntanu rumuri strani
e cumincia allura a ululari uuuuuuh, uuuuuh,
tuttu chistu
finu a chi non senti chiù nenti
to silenziu.



Rosa d'oro.

Non è sfrontata
come parrebbe
alla prima impressione.

Senti di sbagliarti
nell'occhiata di troppo;

d'un brusio
nel ronzio
delle orecchie.

Le parole accompagnate da esclamazioni di cortesia:
il mattino dal buon giorno;
un momento da un grazie, prego ...
Ogni sera da una buonanotte.

Giuro non le ho sentito pronunciare parole che somigliassero ad una bestemmia.

Il mattino c'è chi aspetta di svegliarsi
prepararsi assieme a lei
che canta per allietare la giornata di stornelli felici.

Allontana la fatica con atteggiamenti ottimistici
tiene in mano il bicchiere mezzo pieno.


sabato 4 novembre 2017

S'avvicinunu.

Comu pi abbrazzarsi
baciarsi
Comu po canciari u munnu! ti dumanni.

Mu duni u votu?
minchi ti vidi onnipotenti picchì ti fannu sentiri du mumentu impurtanti:
picchi si me ziu, me frati, me nonnu o u me parenti
picchi mi facisti certi favuri chi non si dimenticunu
picchì ti naccorgi ti fazzu truvare u travagghiu
si no a tia a to figghiu.

e intantu tuttu attornu a tia mori
mori lu munnu chi stai vivennu
mori a terra, mori u cielu e u mari
morunu puru i to sogni

ti mori l'anima
ti mori a vuci che non po parrare
ti mori tuttu chiddu chi non trasi ta lu cori

ta l'aria du u vuliri beni
u suli cianci assemi a tutti i to preghieri
ti senti accussi impurtanti
chi ci vo fari
ma u stissu pigghi i to valigi
li carichi supra u trenu
e senza autru diri ti ni vai a emigrari
ca o Paisi nostru non navemu avveniri.

Il gioco

Un assaggio del mio dialetto siciliano in vernacolo messinese
Traduzione in italiano del

<< Il gioco. >>
...
Me ne vado camminando per le strade che io vedo ancora le stesse
e sono i pensieri
scherzi che mi fa la mente
vie campagne case, qualcheduna anche diroccata
piazze
la stessa gente che ci abita.
Guardo
e loro mi guardano, passando, come li guardo io
dritti negli occhi.
Non vedendo i capelli che mancano,
non vedendo il fisico stanco
gli acciacchi della vecchiaia che avanza.
Pensate a quanto sono avvantaggiato?
finendo che gioco io in casa rispetto a chi tutti i giorni sta qua perché qui ci abita.
quando mi riconoscono
mi sembra che anche per loro è lo stesso
e li saluto
mi rispondono al saluto
poi fanno qualche passo
e ci mettono pochissimo a dire: chi è?
Io me ne accorgo perché vedo che si mettono le mani alla testa come per pensare.
li guardo e mi guardano
li riguardo e mi riguardano
e si accende per noi come uno schermo.
ah, negativi di foto che per quanto sbiadite
ne restano qualche traccia.
tornano indietro sui loro passi io gli vado incontro.
qua si raggiungono i sorrisi
gli sguardi
la pacca sulla spalla.
le strette di mano
i baci guancia a guancia:
Io sono il figlio ...
mio zio era ... è ...
io abitavo ... abito ...
mia madre era ... è ...
i miei nonni abitavano ... abitano ...
e che ci fai qua, sei venuto di nuovo ad abitarci?
no, abito lontano!
hai famiglia?
e quanti figli?
e sono grandi?
quanti anni hanno?
ma quanto rimani qua?
allora ci vediamo di sicuro.
ah si, qualche momento insieme dobbiamo passarlo per ricordare i momenti belli
e quindi con grandissimo piacere ci diciamo ciao,
ci vediamo uno di questi giorni sicuro prima che parti!
Me ne vado camminando per le strade che io vedo ancora le stesse **

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati


**come quelle di una volta.

dialoghi scherzosi nella coppia.

Mi hai fatto morire di freddo!

Stanotte io per errore perché era buio
e non volevo aprire la luce per non svegliarla,
ho dormito fuori dalle lenzuola tra le coperte.
Lei tirando per coprirsi il lenzuolo allontanava di più le stesse che scivolavano per terre.

La mattina quando sono spuntate le luci dell'alba:

Amore mai detto, m'hai fatto dormire scoperta!

Scusami tesoro ...  non era mia intenzione ed intanto che mi raffiguravo tutto l'accaduto non ce la facevo più a trattenere la risata.
brrr che freddo,
ahahahahha!

La natura.

Un bricolage entusiasmante dove ti puoi servire di tutto e tutto ritorna poi a te come fosse sempre esistito. Bella! variegata panoramica di squarci, quadri della natura.

Al crepuscolo

Mi spartirò
il precedere dell'alba o il susseguirsi del tramonto.


Sicilia

L'equilibrio della terra dei savi
l'armonia delle spezie
Il verde che si specchia nelle acque
azzurro - chiaro del Mediterraneo
Il cielo di fuoco dell'Etna
nel grano oro filiforme tra i Peloritani, catene montuose dell'isola.

Pare che giungendo

Sembrerebbero ancora il passato
dopo le meteore detoneranno
con fragore
e le loro cariche scintilleranno
irradiando riflessi nei cristalli di punte crepuscolari.

5 novembre.

Sicilia,
Attenzioni alle problematiche del momento,
apocalittico segno del fato.



giovedì 2 novembre 2017

La resa dei conti.

Anziché eludere il problema andarselo a cercare.

Si danno da soli la fiducia.

Perché dagli altri s'aspettano
che non gliela daranno mai.

Loccu chi pensa

Di capiri chiddu chi u misteru non po spiegari.

Far finta d'essere.

Diversi
per procurarsi favori

divisi
pur stando coalizzati.

Facce pulite
da spartirsi con pezzi di regno
rimodulati

e maschere per celare
l'insospettabile.

Lasciarsi andare.

Facendosi scivolare la mente dai pensieri
in viaggi ciclici senza ritorno
in mezzo a pianeti sconosciuti
tra mondi microscopici per aree estese.

Una contesa quattro contro 1

Come 5 contro 1
Le prime per riempir la mano
l'altro per finire
il
gesto
non
solo mentale

Lei ci incorona

La morte va vista in faccia se la si incontra
e ci incorona

Hanno manette ai polsi che sembrano monili da sfoggiare.

Si fanno le leggi e i decreti  non immaginando affatto un giorno che finisce ingabbiato.

Momenti rubati.

Trafugando dall' infelicità
istanti felici.

Il giorno dei morti.


Tante croci e fiori d'ornamento
posti
in loculi freddi abbelliti con luci fioche attorniate da alberi d'ulivo.

Fra i tramonti dei propri cari.

Confrontandosi con la cruda realtà si ritrova il senno della ragione.

La combriccola.

E' tutta lì solerte a rappresentare con la propria maschera il peggio di loro.

Frenesia d'attesa.

Non so di cosa essere ansioso
se
presto attenzione ai suoni improvvisati
deriva
della mia frenesia d'attesa.