Biografia

Francesco Currò nasce a Merì il 10/09/1959 un paesino della provincia di Messina.(Sicilia) Fin da ragazzo coltiva la passione di scrivere poesie. Si diploma nel 1978 all’Istituto Tecnico Industriale di Milazzo. Dopo il servizio militare entra 1980 a far parte del Corpo della Guardia di Finanza con sua prima destinazione operativa Trieste. In tutto questo tempo con la città nasce un amore quasi viscerale tanto che ad essa dedica gran parte dei suoi versi nelle sue poesie. Nel 2014, anno in cui viene posto in congedo, prima di trasferirsi ad Attimis UD compone una struggente poesia alla città “ Ode a Trieste”, che fa pubblica sul quotidiano locale Il piccolo di Trieste; carichi sono i suoi scritti, di sentimento e amore per i luoghi e le persone che ivi frequentava quotidianamente. Tra le sue liriche tra l’altro ricordiamo: il suo bastone assente, una lirica dedicata a Umberto Saba e l’allegra Triestina e poi tante altre che se anche qui non menzionate non per questo di minor importanza. scrive anche poesie per il suo paese natio siciliano ricordandolo con nostalgici versi. Ad Attimis in prov. di Udine dove viene a risiedere stando immerso nelle floride campagne di verde della piccola vallata circondato da antichi manieri prosegue questa sua arte maturata con gli anni dando gran risalto ai luoghi del posto dove ora vive.

Partecipa ricevendo attestato di merito con la lirica “ Ti amo ” al concorso premio nazionale di poesia e narrativa Anps “Golfo dei poeti “ nel 2010

Da editore Pagine s.r.l. Roma nel 2013, pubblica sillogi di poesie per le collana di poeti poesia diretta da Elio Pecora, su:

-Viaggi Di Versi____________Nuovi poeti contemporanei 13 poeti

- Poeti contemporanei 7 poeti

Nel 2014 entra a far parte della scuola istituita dal Cavaliere Silvano Bortolazzi più volte proposto come candidato al premio nobel della letteratura nonché Presidente coordinatore internazionale e fondatore della Scuola di Poesia – School of Poetry dell’Unione Mondiale dei Poeti UMP dove viene a ricoprire importanti incarichi nell’ambito della stessa tra cui quella di presidente per la Regione del Friuli Venezia Giulia. Nel 2014 gli viene conferita dal Presidente fondatore della scuola la medaglia al merito del 1° grande premio della poesia di Sestrieri per l’impegno nel campo letterario, compresa l’organizzazione di eventi poetici a livello internazionale.


A febbraio 2017 coautore col collega e poeta, Daniele Petrichiutto per la pubblicazione della silloge di poesia dal titolo: " Da Solchi Proliferi Aurei "


A gennaio 2019 autore unico della Silloge di Poesie " Il Battesimo Dei Versi"

giovedì 31 marzo 2016

Na' jungla sta citade i petra (San Paolo - Brasil)



Sulu che i palazzi richiamanu in vari modi, l'alberi;
e l'animali sunnu a genti d'intra che si movi.
A genti, che chiù che viveri, sopravvivi.

A genti che chiù che viviri, ci sguazza ta sti acqui di mare ranni
chini di ben di Dio ...

Chi curri avanti e arreti
cu tanta tali fretta chi a voti mancu iddi senn'accorgiunu ...
Lungu currenti che non sunnu d'aria ma di ciumi
che passunu sutta li stradi, i giardini, e li stissi palazzi.


Iò alli voti mi dumannu comu fannu a stare addritta. chisti palazzi
ma chiddu che non mi scoccia, anche picchi u sacciu com'e',
mi pari di sintiri ancora i rumuri, di sentiri, l'acqua che ci passa
di sutta u solu, duru, murmuriannu versi chi tanti ancora non capisciunu.


di Francesco Currò


tutti i diritti di copyright sono riservati



traduzione in italiano:


Una giungla questa città di pietra
solo che i palazzi ricordano in vari modi, gli alberi
e gli animali sono la gente che d'entro ci vive
La gente che più che vivere sopravvive
La gente che più che vivere ci naviga dentro questo mondo
ricco di bene di Dio.


Che corre avanti e indietro
con quella tale fretta che alle volte neanche loro se ne accorgono.

lungo correnti che non sono d'aria ma di fiume
che scorrono sotto le strade, i giardini e gli stessi i palazzi.


Io a volte mi domando come fanno a stare in piedi quei palazzi

ma quel che non mi da fastidio, anche perché lo so com'è,
mi sembra di sentire ancora se ci penso i rumori,

l'acqua che ci passa sotto il suolo, e che mormora versi che risultano a momenti incomprensibili.


di Francesco Currò


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Piccolo bamby ....


Sgambetti libero e felice, là per le montagne,
là per le valli, o piccolo capriolo!



Fuggi alle strade appeciate
alle piazze chiuse e alle case di pietra.

Tu si che hai il cuore tenero.
Non ti conformi creatura vispa, alla gente che
ti nuoce.

L'animo tuo è bianco e bianco il tuo candore.
I tuoi occhietti sono miti.

La tua strada sono i boschi e le valli.

La paura ti accompagna e ti guida
serve per la tua sopravvivenza.

Il tuo tempo lo passi tra le erbe verdi e le siepi alte

gli alberi sono il tuo riparo sicuro
ed i fiori e l'erba la tua casa.

di Francesco Currò

* tutti i diritti di copyright sono riservati

Cerbero


Tempo, che ci fai sentire come se fossimo braccati
al di qua di mura invisibili senza finestre né sbarre.
Ci guardiamo i polsi e non troviamo tracce dei segni delle morse;
non abbiamo così a ragione di spezzare alcune catene.
Non ci viene in mente niente ... Niente.
In questo tempo di nuvole e di nebbia si dorme con loro.
E il sole è lontano da noi anni luce.
Nel profondo del cuore ci sono le stelle
e dentro di noi un pianeta ancora sconosciuto.
Navighiamo con la mente nel cibernetico spazio assiderale
rimanendo seduti davanti al computer
ascoltando la musica dei nostri intimi pensieri.


di Francesco Currò e Daniele Petrichiutto

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Lui e lei ( magia da terra)


Lei, canta festosa, oscilla la testa
seguendo al tempo stesso la musica.

Lui, la chitarra ben accordata
trascina la gente nel vortice che crea.

Lei, voce intonata, bocca vellutata
corpo sinuoso
bello.

Lui, disinvolto
attrae con note universali le attenzioni
di chi non lo molla con lo sguardo
neanche per un istante.

Si fanno avanti imperituri i sogni
speranzosi, cavalieri.

Lei canta, ha gli occhi di una profondità
immensa
luccicanti come una stella del firmamento.

Lui, sprona il ballo subitaneo
ad ogni istante che passa.
Qualcuno col suo bicchiere mezzo pieno.
Dalle note della musica
ne viene un bel gesticolare contornato da sorrisi.
Corrono i pensieri alla gioventù.
È' un vero e proprio salto nel passato
Intanto la musica seguita a suonare
i movimenti si fanno più vivi
Applausi si palesano più gioiosi
Questa volta accompagnati
da un ballo proibito
Frenetici ritmi sensuali incarnanti la passione
si avvinghiano
tra i corpi attratti
baci e carezze nello specchiarsi delle luci
della penombra.
Non si percepisce il calare della notte.
di Francesco Currò

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la foto è mia!

Figli di nessuno


Fiori dissepolti
secchi.
L'anima
marchiata,
marcata,
"senza corpo!"

Il loro credo
"è in Dio"
ma il loro sole

ha i raggi sbiaditi".

Si dissolvono
come brina
perche' hanno
i giorni
"contati".

Occhi
finti
vitrei
spenti
muta
la pelle
fino a
" putrefare"
Vivono di ricordi
evanescenti
passati presenti.
Bambini cresciuti
dentro vesti
piccole; esili
sostanze difformi.
Vogliono morire
ma gli manca
Il coraggio ...
di farlo
da soli.
Di uccidere
Il proprio corpo
Loro da soli
perche soli sono
non ci pensano
nemmanco.
sembrano vigliacchi
pure
In questo.
Ed aspettano
che la sorte
le si rivolti contro.
Loro, i figli di nessuno.


di Francesco Currò

Ho lasciato che il mio pensiero ti precedesse.



Poi sono venuto io ma senza dirtelo.
Tu, non sapendo d’essere osservata
hai liberato senza pudore le tue difese,
mostrandoti nuda e cruda come eri.

Con il corpo naturale dal volto genuino
facevi gesti semplici di donna:

ordinavi i tuoi capelli con le mani,
portandole di lato.

Ripassavi con il rossetto le labbra;
il mascara sulle ciglia; il fard
mettevi sulle guance, per il colorito.

Ti specchiavi davanti e di profilo
guardando al tuo vestito fine,
frusciante sul lago chiaro.

Gioivi della tua bellezza.
ed il lago pareva corteggiarti,
mentre tu ancheggiavi e sorridevi disinvolta.



di Francesco Currò

* diritti di copyright tutelati

" Le mamme vivono in Noi!



 Riporterei il tempo indietro

fino a quell'attimo prima che mi hai lasciato solo con me stesso!

E cosa non darei per averti ancora qui con me, vicina.

O Mio Dio!

Vuoi in cambio: Un braccio, una mano, la mia stessa vita?

Ecco prendi ... Ma lasciala tornare!


di Francesco Currò

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Le facce del dado



Mi sento di visitarle tutte: camminata a gattoni 
mentre il cubo si dipana individuarne un numero. 
Un anima ne vive il volume, ne solca superfici 
di lei piane. Operosa nel suo agire, non percepisce 
un altro numero, un altro numero estratto.
Levita bene e spazia fuori col proprio io
nella realtà piacente vivere di più le immagini.
Le facce, le probabilità di uscita. E’ la tua mano
forza tocca a te, Signora! sono sei le facce del dado.

di Francesco currò

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La trappola


E' il chiarore del mio esistere.
Ha braccia e gambe
e si comporta come un topo in una trappola.

Attaccato a un tronco molle
che non permette di deambulare
senza l'ausilio di attrezzi e stampelle.

Cosi io vedo nero là dove dovrei vedere chiaro
e il chiaro e nero vede me all'unisono.
Quando il valore umano è rapportato al chiaro scuro.
Quando vedo un po' di chiaro intorno a me.
Nel libro destino ho come un unico senso ... Un unico artiglio prensile.

di Francesco Currò

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Avremmo voluto vederci abbracciati.


Mi guardava facendomi segno di tacere
come se non avesse voluto fare altro.

Si avvicinò a me
e mi i cucì le labbra tra il pollice e l'indice
spingendosi oltre, fino a baciarmi.

L'altra mano in fuga mi assecondava.
Un forte turbamento ci colse improvviso.
Gli alberi e le sue fronde, parsero ridacchiare.
Ci sussurrammo non ricordo cosa.
Ma che rivoluzione di gambe, di braccia
... E di mani.
Quel prato d'erbe su cui eravamo distesi.
Il calore prese posto
insieme a noi
e ci avvolse a mo di spire
dando vita al tutto e al niente.
Nessuno ci aveva mai detto come fare.

di Francesco Currò

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mercoledì 30 marzo 2016

Straniero!

Non occorre andare tanto lontani per accorgersi che anche in terra propria si è già stranieri.

Straniero! 

Nella propria terra
tra le varie incognite
l'isolamento;
la diffidenza;
l'indifferenza.

Straniero, per etnia impressa in fronte
come di un marchio
indelebile.

Straniero, di isole, terre lontane
oltre mari e i monti
ove predominano con lui
la terra e i sassi.

Straniero, luoghi comuni solo per alcuni per altri
surreali.

Straniero, con ancora il nero delle unghia
macchiate;
impregnate;
colorite;

del "calore vivo della propria natia terra".

di Francesco Currò

SCALA DEI GIGANTI.

**Tracce di poesia

Due scale divise, spesse e dure,
intersecate tra loro
" pietra d'Aurisina "

dei passamano in ferro,
battuto;
archi profilo sui muri
e al centro:
...


di Francesco Currò

diritti di copyright@tutelati

"Sofia"


La foto è di mia proprietà!


Sofia, ha la porta chiusa
vuole entrare
spinge con la testolina
smuove la porta a soffietto
Sofia non sa che sono appena le quattro di notte.
Sofia miagola, Sofia graffia, Sofia soffia
Sofia vi rinuncia e torna a dormire.
Sofia ha la porta socchiusa
entra nella stanza
fa le fusa
Sofia cerca le mani nostre per strofinarsi
ed ottenere coccole.
Sofia e contenta
silenziosa
si distende per terra nella stanza
Sofia tutta orecchie per i rumori lontani:
Ode l`abbaiare dei cani;
Il fruscio dei rami;
Le folate di vento.
Sofia sembra impastare il pane con le zampette
sul suo cuscino
Sofia non há paura:
delle mani che l`accarezzano

l'allisciano
la proteggono.
Sofia socchiude gli occhietti
Sofia e`una gatta! brasileira
Le manca solo la palavra
per essere umana, poi basta!


di Francesco Curro`
* tutti i diritti di copyright@ sono riservati

L'amor segreto



Che c'è, ti fa male far credere al mondo che noi due ci amiamo?

A tal punto da crearti fastidio persino pensarlo?

Non vuoi neanche sentirtelo dire?

Eppure ... Io voglio starti vicino   magari  per abbracciarti
o tenerti per mano
Amarti.Sai,

il nostro amore è stupendo e segreto!

La nostra passione sta in germe, latente
e nel silenzio prolifera.

Amami e fai
ripartire così da quel giogo nuovo 
che muove le nostre due anime inconsolate
che lentamente si consumano
altre vibrazione inimmaginabili.

di Francesco Currò

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Chicchirichiii!!!

Chicchirichiii
Padroneggiano il canto i galli
in una gara che si ripete
tutti i giorni
allontanano la notte mano mano
che si avanza di ore in ore.
Annunziano l'arrivo del mattino
già ancor prima dell'aurora.
Chicchirichiii! un canto piacevole,
che sveglia il buon umore di chi si appresta
a lavorare.
Chicchirichiii! come segnali di fumo,
richiami
nel verde dei monti tra queste alture
lontane dal trambusto caotico della città.

di Francesco Currò

Peg, Terra di pietre e sassi ... in Croazia


Pag, terra di pietra e sassi

Paesaggio quasi lunare
pietre su pietre
posate
a recintare terreni ...
Accatastate.
Altre qui è la sparse da corollario
al quadro panoramico.

E strade appeciate al sole
striate di raggi
chiazze qua e là di verde
e mare
azzurra acqua chiara.

A poche braccia dalla terra ferma.
Sui lidi,
i bagnanti sdraiati sulla spiaggia e nell'acqua
respirano ammantati di freschezza;
una catena di monti rosso scuro
invade l'orizzonte.
Case e villaggi e vita vera.
Ci metti piede
per la prima volta? entrando sull'isola,
vorresti sparire
dopo che l'hai conosciuta,hai convissuto
con la propria gente;
anche per breve tempo
gustato i piatti del luogo
La vista affaticata, riposa
Vorresti essere un boomerang.
Ah, quanta brava gente!
di Francesco Currò
Diritti di copyright tutelati

ZEMLJA STIJENA
Pejzaž gotovo lunaran
stijene na stijene
postavljene
da razgraniče terene.
Naslagane.
Druge raspršene tu i tamo tvore
panoramsku sliku.
I ceste okupane suncem
prošarane zrakama
tu i tamo mrlje zelenog
i more
plava bistra voda.
Tek nešto dalje od kopna,
na obalama
kupači se opuštaju na plaži i u vodi
dišu zaneseni svježinom
lanac planina tamno crven
nameće se na horizontu.
Kuće i sela i istinski život.
Prvi put si zakoračio tamo? Došavši na otok
želiš nestati nakon što si ga upoznao, proživio
sa tamošnjim ljudima
makar na kratko vrijeme
iskušao domaća jela
vid umoran, odmori
Htio bi biti bumerang.
Ah, koliko dobrih ljudi!
Prevod - Zrinka Vučičić
Francesco Currò Nada Vucicic
·

C'erunu tempi ... Poesia in vernacolo siciliano

Un assaggio del mio paese " la Sicilia". Non me ne vogliate a male. Buona notte amici tutti!

C'erunu tempi chi a mia carusu non m'impurtava di muturi e dilli macchini mancu li bicicletti pi mia erunu na meta accussì come alla luna li putivu suspirari. E camminavu, camminavu chi me cumpagni pi vii, viuzzi e lungu sinteri a voti puri i scarpi mi livavu per stari chiù a cuntattu cu la terra. Fin dallu brisciri du suli, la matina allu tramontu chinu supra a sira, cu li me menbri stanchi lu lettu non vidia quannu i me occhi, calannu lu sipario su lu Jonnu pi li sogni, prima di addummintarsi, s'arripusavunu cuntentu, cull'aria tutta allegra.

di Francesco Currò


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traduzione:


C'erano tempi che a me ragazzo non mi importava dei motori e delle macchine neanche le biciclette erano per me meta così come alla luna li potevo sospirare.E camminavo, camminavo con i miei compagni per vie, viuzze e lungo i sentieri a volte neanche le scarpe mi levavo per stare più a contatto con la terra.Fin dallo spuntare del sole la mattina al tramonto chino sulla sera con le mie membra stanche il letto non vedevo quando i miei occhi calando il sipario sul giorno per i sogni, prima di addormentarsi, si riposavano contenti con l'aria tutta allegra.


di Francesco Currò


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U prufussuri chi sapia tuttu ( in vernacolo siciliano ) traduzione italiana: Il professore che sapeva tutto


Nenti ci scappava di so mani
avia un rimedio a tuttu
ciniri supra a caria pi cammalla
e fommuli complessi a ogni prublema.

E na testa cu nu ciriveddu
matematicu impressionanti.
Quanti voti u videmmu fari calculi!
Da putticedda unni abitava
in funnu a via
vicinu a banca e u saluni di babberi
a so bottega diciamu di magu terapeuticu.
E l'alloggiu cundivisu ta na stanza
Un saccu di amici cu cui discutia i so trattati filosofici.

di Francesco Currò

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Traduzione in italiano


Niente gli sfuggiva dalle mani
Aveva un rimedio a tutto.
Cenere sopra la carie per fermarla
e formule complesse per ogni problema ...
E una testa con un cervello
matematico impressionante.
Quante volte lo vedemmo fare calcoli!
Dalla porticina dove abitava in fondo alla via
vicino alla banca e al salone di barbiere,
la sua bottega di mago terapeutico.
E l'alloggio condiviso in una stanza.
Un gran numero di amici con cui discuteva i suoi trattati filosofici.

di Francesco Currò

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Belle signore avvenenti.

**Tracce di poesia


Sinuose come sirene,
come verdi mele,
le cui linee rimangono impresse,
nei riflessi di magiche sere.


Delicati boccioli, fiori rari di campi ...




di Francesco Currò



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martedì 29 marzo 2016

I bambini disegnano le cose

Tracce di poesia

E le cose li stanno a guardare.

Hanno per le mani matite appuntite
e un album da disegno bianco.

Volti ognuno di fronte al variegato paesaggio
si sistemano a L

dall'alto di un bastione posto al margine del fiume
in una giornata di sole
mentre dal suo letto scorre tant'acqua.


Tratti non per confondere ma per descrivere
con brevi linee ...



** le loro maestre



di Francesco Currò


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Sirenetta do mar do Brasil.

Tracce di poesia


Affiorata dalle onde dell' atlantico
adagiata dalla schiuma
sulla praia nelle coste paolistane.


Refolo, brezza, tepore di mare;
riparata dai raggi del sole allo zenit,
all'ombra ...

di Francesco Currò

La Bora, è un vento freddo con forti raffiche che imperversa in special modo a Trieste può toccare anche i 150 -170 km orari


Stupìta, che non ti abbia aperto?
e come potevo?
Ululavi alla finestra che manco una lupa
avrebbe saputo fare di meglio.

Hai bussato, con finti lamenti,
prima, zitta zitta, poi piano piano …
poi impetuosa man mano
che trascorreva il tempo.

e Cavolo! se eri insistente
per la tua furia, le imposte, quasi mi si sono rotte:

Eppure ... giungi quasi sempre dolcemente con preavviso
dove passi, strappi canali dai tetti,
rami d'alberi abbatti

se non fosse
Per le corde predisposte in alcuni punti
più a rischio,

da ogni luogo ci spazzeresti via
assieme alle altre cose,
ad ogni tuo passaggio
spargendoci come sabbia fine per tutta la città.




di Francesco Currò

Il suo bastone assente. ( poesia dedicata a Umberto Saba)

Tracce di poesia ...


Era lì per ornargli la mano.
Di lui, l’atteggiamento più usuale:
L’ espressione d’una passeggiata.

L’impermeabile, col bavero alzato,
il busto eretto saldo al suolo, la pipa,
sulla via che lo conosceva bene fin da ragazzo
vissuti i suoi tanti natali.

Trieste T’ama! e non si scorda
la tanta gloria suscitata tra gli uomini
grazie alla tua poesia.


di Francesco Currò

Lui sarà vivo

la foto è di mia proprietà!
Nelle nostre risate
sane.
Il suo scodinzolare
gli iridi conservano
perenne.

Non sentì ancora
come ti fa le feste
quando arrivi?

Non vedi per la contentezza
l'immagine
specchiarsi
dal cancello?

A un passo dal cielo
il cuore come s'apre?

È là, è là nella tua casa!
non ha mai lasciato questo luogo.

E questo luogo
amico, amica mia,
preserva il suo abbaiare;
i suoi latrati;
i suoi guaiti.


di Francesco Currò
diritti di copyright@ tutelati

**A Spillo, mio buon amico fedele

Sentire le voci care a noi che ci lusingano!!!


Come un antenna d'una radio muta la testa capta segnali di mondi più in là indietro nel tempo.Viaggia su onde che non
misura;
registra
ciò che per noi da svegli
è il nulla.
Il nulla che poi tace
e si dissolve:
Riproduce i timbri di voci ...
Gli umori, gli stati d'animo,
I sentimenti provati.
Canzoni
estratte dal contesto
delle storie:
le risate
pazze ...
Le arrabbiature.


di Francesco Currò


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Viaggiamo su autostrade ipotetiche stando fermi.

.

Ci spostiamo con la mente anziché con le gambe ed il bello è che stiamo fermi, consapevolmente.

I nostri ricordi si abbarbicano su come colli che ci fanno piangere
e fanno male.
Cosa è che ci frena dal fuggire?
Eppure qualcosa ci trattiene e giustifica le nostre scelte sbagliate.
Ti sembra di toccare con mano le persone
sentirne vibrare l'aria
quando muovono la voce intonata col timbro caratteristico caldo, soave
come fossero a due passi da Voi.
Una molla, anche se tu l'avessi prima tirata bene si restringe tornando a memoria dov'era prima quando ... Quando l'avrai lasciata.
Così siamo noi, fermi!
Se il nostro mondo fosse una palla piccola piccola anche qua avremmo difficoltà a muoverci.


di Francesco Currò


diritti di copyright©tutelati

Il mio Se

Ti intravede nel Se d’ogni altro spazio finito.
Dove altre tinte hanno assunto un'unica forma.
Mente benevola, mente malevola, recalcitrante
composita nel presente buio fitto rischiarato.

Si potrà mai ravvisare quella opacità sbiadita
dagli iridi specchio dei registri visivi di ognuna?

Per le sembianze che assumerà mano mano
essa, lo spirito malato d’ipocrisia sarà dannato!

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

Pepita




Vi rammento che la a foto è di mia proprietà!

per cortesia non cancellatela ...





Mi guarda con gli occhi buoni
quel gioiellino tenero della mia gatta.

Piccola peste tigrata
furba nell'agire come una volpe scaltra.

Si scontra con me, lotta;
non me la vuole dare vinta.


Quando combatte ha artigli
che sono armi ben affilate.

E sì, che non stringe i denti quando morde.

Nell'attimo che attacca,
porta le orecchie all'indietro,
fa la gobba
e poi s'avventa contro a mo' di lottatrice.

Va dritta ai polsi e al collo
alle dita:
al bracciale, l'anello la collanina.
In fondo
mi preoccupa, è peggio di una gazza ladra.


di Francesco Currò

*Tutti i diritti di copyright©riservati

La nebbia


Si cala come una coperta calda
sopra di te
per poi risalire
nascondendo oltre la cortina
punti di luce sfocati
che tendono a spegnersi.

Tu ne rincorri alcuni con l'ansia di sbucare
da qualche parte.
Attorno c'è un mondo
di bolle
candide
simili a fiocchi di neve
fluttuanti
trasparenti
ma
viste sotto un po' di chiarore,
che
risplendono
per te che ci stai in mezzo incredulo
frattanto che accresce il tempo,
e la strada
stanca gli occhi
che si sforzano di vedere
l'esistente:
gli alberi e le case, i prati
ed i corpi
che ogni tanto svaniscono
per poi ricomparire
se messa a fuoco la vista.
Di là della siepe fuorché della via parrebbe che non vi sia più altro
da osservare.


di Francesco Currò


Tutti i diritti di copyright tutelati