le nostre parlate spensierate divertenti e sincere
E' quello Il volto? è quello il corpo? è quello l'abito?...
ma gli occhi quelli si! sono la firma di ieri e di oggi.
che ci hanno messo davanti per confonderci, amica
tu non sei stata un soggetto sconosciuto di per noi.
Ne facciamo menzione; che ci servivi i tuoi caffe affermandoli speciali, cui andavi fiera con le tazzine terse
ancora calde;
i calici rossi di cabernet frenc e bianchi di tocai friulano
cui aggiungevi, a scelta, le patatine o le arachidi salate;
e che dire dell'acqua nel bicchieri con più di una fetta di limone
senza che neanche a volte ne facessimo richiesta?
Ne facciamo ancora menzione: che ci parlavi con quel fare bonario, serio, sempre sorridente.
Educata con brio e buon umore senza eccedere nell'arbitrio delle scelte e dei gusti.
Oltre quel bancone da bar intanto che brusii e bisbigli e confusioni variegate venivano rigettati da voci di clienti tristi, a volte intervenuti
un po' dappertutto dai tavoli da te serviti e di là dalla soglia dell'entrata antidistante il portone d'ingresso.
Una calligrafia davvero unica l'espressione del tuo viso
non muovevi neanche la biro esprimendo su pagine eteree i tuoi pensieri sani o insani che fossero
l'inchiostro non nero, bianco, come la tua anima vera
eppure quella che in un primo tempo non avevamo conosciuto
nel sublimale i nostri sensi avevano percepito.
Ciao buona amica cerca di percorrere il sentiero che ti condurrà alla pace andando verso la luce e lenisci così più che puoi il tuo dolore.
di Francesco Currò
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