Ove vedo sparire stormi di gabbiani con le loro ali spiegate tra gli spazi liberi?
Me lo chiedo ogni volta , sempre che, alla finestra: si affacciano, la sera, i miei pensieri.
In basso rasenti ai prati, steli di rose si incurvano per la brezza che sopraggiunge, lieta.
Vorrei essere, un volatile e librarmi là in alto: pochi battiti d’ ali e opla! raggiungo le correnti fin sulle nubi bianche candide per poter vedere risplendere nuove albe da altri orizzonti.
Oppure un deltaplano che si spinge intrepido, temerario;
o ancora avere occhi telescopici Per osservare da quelle alture i luoghi che si nascondono al mio sguardo, da qui da terra:
ne immagino scoscese le pareti, con alberi verdi e tronchi spessi arruffati di verde che si spingono con le fronde fino a valle lungo la costiera per giungere a sporgersi e salutare il mare chiaro.
Posso appena immaginare finestre e balconi dal di qua tra le parete di fronte dei palazzi con terrazze nella penombra, e occhi tanti occhi che come me osservano,magari chissà, l’ipotetico mare;
e pensare che un momento dopo uno spicchio di limone intagliato agro, mano mano, sta per accende il giorno irradiandolo di luce e calore per tutto lo spazio che gli sia possibile farlo.
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