Biografia

Francesco Currò nasce a Merì il 10/09/1959 un paesino della provincia di Messina.(Sicilia) Fin da ragazzo coltiva la passione di scrivere poesie. Si diploma nel 1978 all’Istituto Tecnico Industriale di Milazzo. Dopo il servizio militare entra 1980 a far parte del Corpo della Guardia di Finanza con sua prima destinazione operativa Trieste. In tutto questo tempo con la città nasce un amore quasi viscerale tanto che ad essa dedica gran parte dei suoi versi nelle sue poesie. Nel 2014, anno in cui viene posto in congedo, prima di trasferirsi ad Attimis UD compone una struggente poesia alla città “ Ode a Trieste”, che fa pubblica sul quotidiano locale Il piccolo di Trieste; carichi sono i suoi scritti, di sentimento e amore per i luoghi e le persone che ivi frequentava quotidianamente. Tra le sue liriche tra l’altro ricordiamo: il suo bastone assente, una lirica dedicata a Umberto Saba e l’allegra Triestina e poi tante altre che se anche qui non menzionate non per questo di minor importanza. scrive anche poesie per il suo paese natio siciliano ricordandolo con nostalgici versi. Ad Attimis in prov. di Udine dove viene a risiedere stando immerso nelle floride campagne di verde della piccola vallata circondato da antichi manieri prosegue questa sua arte maturata con gli anni dando gran risalto ai luoghi del posto dove ora vive.

Partecipa ricevendo attestato di merito con la lirica “ Ti amo ” al concorso premio nazionale di poesia e narrativa Anps “Golfo dei poeti “ nel 2010

Da editore Pagine s.r.l. Roma nel 2013, pubblica sillogi di poesie per le collana di poeti poesia diretta da Elio Pecora, su:

-Viaggi Di Versi____________Nuovi poeti contemporanei 13 poeti

- Poeti contemporanei 7 poeti

Nel 2014 entra a far parte della scuola istituita dal Cavaliere Silvano Bortolazzi più volte proposto come candidato al premio nobel della letteratura nonché Presidente coordinatore internazionale e fondatore della Scuola di Poesia – School of Poetry dell’Unione Mondiale dei Poeti UMP dove viene a ricoprire importanti incarichi nell’ambito della stessa tra cui quella di presidente per la Regione del Friuli Venezia Giulia. Nel 2014 gli viene conferita dal Presidente fondatore della scuola la medaglia al merito del 1° grande premio della poesia di Sestrieri per l’impegno nel campo letterario, compresa l’organizzazione di eventi poetici a livello internazionale.


A febbraio 2017 coautore col collega e poeta, Daniele Petrichiutto per la pubblicazione della silloge di poesia dal titolo: " Da Solchi Proliferi Aurei "


A gennaio 2019 autore unico della Silloge di Poesie " Il Battesimo Dei Versi"

mercoledì 31 maggio 2017

Due sponde.

C'è abbastanza spazio, Io gli chiedo
per far combaciare le anime
ai due nostri corpi già come smarriti?

Sì! la sua risposta è stata, annuendo
e poi lo strano silenzio che ci ha sommersi
come fossimo sempre stati nel risucchio d'una grande onda.

di Francesco Currò



Diritti di copyright tutelati




Io ero per un magico attimo padrone incontrastato di me.

Nel racchiuso mio piccolo mondo
creato apposta sul momento come per magia
dal bisogno quasi efferato di ritrovarmi

Mi sentivo come avere il dono dell'ubiquità
e in mano
la chiave di cittadino onorario del paese.

Così trovai normale uscire ed entrare in ogni casa affacciarmi da porte e finestre
per ritrovarmi di nuovo solo poi in spazi ampi con me stesso.

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

Non sei più tu!

Un'altra te ha preso il posto tuo
mentre l'ho vista nel frangente di attraversarti i pori della pelle.

Era prima medesima all'ombra della vetrata del balcone.
La osservavo come intorpidito.

Allo stesso modo dello scrocchio delle dita
duro il mio udito come guscio di conchiglia
rispondevo con irritazione, vattene!

Ma Lei mi derideva e se stava là a schermirsi
di me. Di te.
Io la guardavo con occhi di commiserazione
intanto che si distendeva per sfida accanto a me.

Il suo profumo era il tuo
anche gli occhi e la bocca
e la pelle.

Non parlavi, respiravi sopra il mio respiro;
non eri pero più tu quell'altra te!


martedì 30 maggio 2017

Sono solo un uomo.


Tu, che per scherno mi applaudi 
o mi lodi.
0 tu, che mi rivolgi apprezzamenti
lusinghieri e sinceri, sappi che davanti a te
hai solo un uomo!

Un uomo semplice: che soffre, ride, fatica,
piange
e che si ammala. Con una famiglia, una donna,
dei figli che lo attendono.
Tuttavia semmai poeta fossi,
non in questa epoca ma in altre potrei dare
il mio piccolo apporto all'umanità
con le mie poesie.
“per ora mi limito semplicemente a viverle!”
e tratto con comprensione, talora con compassione, stima,
chi seppur tante volte preposto a giudicarmi
ora, suo malgrado, non si sente più di farlo!

di Francesco Currò

C'è sì una ragione!


Come si è nati così si va, ignari,
senza un apparente ragione!
ma per amor di attaccamento alla vita,
si ha di bisogno di una mano
divina, che ci aiuti al trapasso.
La stessa, che ci strappa con forza dalle radici,
da là dove veniamo
e dove faremo ritorno.
Pur non sapendo nulla di dove si va, 
ed a cosa andiamo incontro,

Impariamo ben presto a farcene una ragione,
giacché c'e una ragione solo che per quanto
ci sforziamo " a noi non ci è dato di sapere
le intenzioni che albergano in Dio”. Le sue mire
sono ancora un mistero!
e quando verremmo a mancare ai nostri cari
saremo pronti.

Dolenti o nolenti, 
" siamo noi le prede inconsapevoli,
di  quel che succederà"
in talune battute di caccia.

di Francesco Currò



Rotoli sdruccioli. Pellegrinaggio alla Chiesa di San Giorgio " Madonna d'Aiut "

Dopo mezz'ora,
inerpicarmi a passo riposato
lungo la salita.
Le gambe pensate
là dove da partendo ne sopraggiunge l'ansia.

Veloce, stanco. Ma il voto ... Sì,  il voto,
chi lo dimentica!

Mantenere fede
alla parola, o madonna! 
Madonna d'Aiut
  Sdrucciole pietre mosse
da altri  prima di me
calpestate tornano indietro
ruzzolando.

D'odore d'erba e le secche foglie
tagliate di fresco

Gli occhi miranti al sentiero
in alto
per una visione più estesa
pensando
all'occhio immane

ed accorgersi di un'altra salita
che si presenta
e di un'altra 
e poi di un'altra ancora
poi la piana e la Chiesa

e da lì
rotoli sdruccioli anche
al ritorno
dal terreno impervio
di frasche e pietre e odore di erba tagliata di fresco.

La funzione ... Pregare.
Il
richiamo di Dio
attraverso Madre Santissima
poi sono a casa.
Lo ero anche prima.

di Francesco Currò.


La notte


Il silenzio mi balla d'avanti.
Passi di danza mentre l’osservo;
una vena di rabbia mista a compiacimento.

Se potesse parlare,
Sentire …
Vedere …
Capirebbe senz'altro:
l'essenza della sua natura riflette in me l'ombra della quiete.
Si, Io amo la notte, benché nell'animo mio sento che mi uccide.

di Francesco Currò



venerdì 26 maggio 2017

Ancora tu! Lirica tratta dalla silloge poetica " Da solchi Proliferi Aurei " - ** Tracce di poesia -



Quanti anni, due, tre, di più? E poi,
quello scorgerci improvviso sulla via,
che ne ha bloccato sul nascere il sorriso.

Io come te stupìti, rimasti senza fiato,
sul filo del discorso, abbiam disfatto e poi ricucito
il divario momentaneo col passato.

... ... ...
... ...
...


di Francesco Currò

Tu sei! Lirica tratta dalla silloge poetica " Da Solchi Proliferi Aurei" tracce di poesia



Donna, un fiore al cui stelo è spuntata
una fogliolina tenera; la prima.
Guardarti, toccarti delicatamente.
Sentire quanto soffice sei.
I petali come ti sono delicati.
Accorgermi della tua freschezza
di primo acchito sempre
non

... ... ...
... ...
...

di Francesco Currò



Ancora fanciulla ( Lirica tratta dal libro di silloge poetica " Da solchi Proliferi Aurei " - tracce di poesia -




Come ti fletti bene nello specchio d’acqua dove intingi le mani
o fanciulla dal cuore tenero!
Sei bella ad ogni dove come il sole a primavera

Trovo il tuo corpo una terra fertile,
inesplorata, che voglio poter arare prima ancora vangando 
a colpi di zappa.
E' splendido vederti 
... ... ...
... ...
...

di Francesco Currò


Diritti di copyright tutelati

 

 

 








venerdì 19 maggio 2017

l' America è ancora qui.

Estesa oltre i propri confini;
i continenti tutti
anche le isole
hanno oltrepassato
i limiti.

Non oltre,
ed intanto gli fa eco il mare

come la terra e
il cielo
sono sistemati
in ogni lembo
spalmati e
rasenti.

Sulla seppur contenuta superfice
col rischio di affondare
la nave Italia
già un colabrodo
per come è stata ridotta.
Non v'è più pace!

D'un Italia senza  bandiera
né identità
né più sovrana "
che ce ne facciamo?


Logora
screditata da
patentati
creduloni
per il  loro atteggiamento
ipocrita
vile
senza valore alcuno,

insomma
degli sfanculati.

Ora anche
 i continenti tutti
sebbene pur piccola
l'Italia
si sono sistemati per occupare ogni palmo di terra libero
e noi italiani
senza voce in capitolo

ma questo sistema
corrotto
politico
sadomaso
se lo sta lasciando fare.

Hanno delle mire in mente
che non ci vogliono far sapere
ma chi non è fesso
lo ha già capito:


Ormai lo sanno anche i muri
cosa si prova a  non vergognarsi più
e restare consapevoli
senza ritegno ammetterlo,

delle loro malefatte.
.


Pensamento de Mãe

Entre o labirinto do meu sonho
Eu vejo uma luz branca numa praça,
e entro.
Sem uma imagem, em uma rua,
Uma voz que reconheço
noto que alem disso, nao sinto a sua voz
mas sim um olhar intenso;
Eu me lembro que quando criança,
me movia alegremente, como sempre
impertinente.
Ela me tocando com a sua mão,
e eu olhando para ela com tanto amor
Um meu discurso, que em silencio ela entendia
Guiando-me aos novos caminhos,
dentro do meu sorriso.
E eu aceitando, como
sempre imaginei
Com seu cabelo solto
Seu rosto molhado
com lágrimas de alegria,
Como sempre percebi,
um lindo misterio, desconhecido.
Eu me aproximo ...
e ela com sua luz me leva
com um manto de ouro
e me envolve com bons momentos vividos.


di Francesco Currò

diritti di copyright tutelati  


traduzione di Larissa Catelani

Che c'è al di là di quelle case dietro il monte?


Di fronte a me, dove al buio par che finisca improvvisamente il mondo?
Ove vedo sparire stormi di gabbiani con le loro ali spiegate tra gli spazi liberi?
Me lo chiedo ogni volta , sempre che, alla finestra: si affacciano, la sera, i miei pensieri.
In basso rasenti ai prati, steli di rose si incurvano per la brezza che sopraggiunge, lieta.
Vorrei essere, un volatile e librarmi là in alto: pochi battiti d’ ali e opla! raggiungo le correnti fin sulle nubi bianche candide per poter vedere risplendere nuove albe da altri orizzonti.
Oppure un deltaplano che si spinge intrepido, temerario;
o ancora avere occhi telescopici Per osservare da quelle alture i luoghi che si nascondono al mio sguardo, da qui da terra:
ne immagino scoscese le pareti, con alberi verdi e tronchi spessi arruffati di verde che si spingono con le fronde fino a valle lungo la costiera per giungere a sporgersi e salutare il mare chiaro.
Posso appena immaginare finestre e balconi dal di qua tra le parete di fronte dei palazzi con terrazze nella penombra, e occhi tanti occhi che come me osservano,magari chissà, l’ipotetico mare;
e pensare che un momento dopo uno spicchio di limone intagliato agro, mano mano, sta per accende il giorno irradiandolo di luce e calore per tutto lo spazio che gli sia possibile farlo.
di Francesco Currò

martedì 16 maggio 2017

Sono ritardi che non si dimenticano.

Sparuti uccelli
s'odono
gorgheggiare ancora nell'aria della sera.

Il crepuscolo
volge all'ora del desio.

I ricordi sono
diretti.

Case.
Volti.
Profili.

E c'è
chi guarda
all'amore
di notte
quando il mare è calmo.

Ma è
il dì
che
la nave salpa e va più veloce verso il largo.

di Francesco Currò

pensiero stizzito!

Toglie il sonno
la pace
ed alla pace che già ha
diviene sordo.

Tutto è silenzio.
I pulviscoli
sembrano sollevarsi
da terra
su ciò che dorme.

E nel silenzio
cavo
gli occhi allo sguardo della luna
da qua che la osservo
alla finestra.

La notte...
Coglie e lascia come soli, attimi.

Muti.

di Francesco Currò


lunedì 15 maggio 2017

Se fosse per me ne vorrei fare anche una al giorno.

Non è facile
certe volte pure se ne ho voglia
non mi riesce
neanche ci provo a iniziare
che debbo smettere.

In un secondo tempo
quando penso che forse è il caso
mi ostacolo
mi volgo contro
ed allora smetto
convinto
e non ci penso più.

Un'altra volta
in un'ora
più florida
ohu. è proprio vero!

Scrivere d'una poesia
uno o più versi
o strofa che sia
è difficile

perché se non ti viene
è inutile
non puoi non dire niente
ed allora smetti!
tuo malgrado ... Tuo malgrado smetti..

Ti amo!


Perché sei bella, per come osservi, per come baci

quando parli copiosamente, quando taci

mentre ti muovi, ti giri o danzi

quando ti scruto in quel grande mare dei tuoi occhi fondi

mentre assaporo il gusto delle tue labbra

ti sfioro il collo e ti accarezzo il viso

e tu .................

mi ricambi soltanto con un tenero sorriso!


di Francesco Currò

Angeli celesti!

Verso la Luce
un invocazione
a voi che guardate dal ciglio del Paradiso
l'infinito

le parole di Dio misericordiose vi consolino
nel fiume
che nell'aere quiete si diffonde


altre anime
s'avventurano 
nei campi
ove non si muore
e tutto nasce qui a miglior vita!

Non v'è la fame;
non v'è la sete;
non ci sono malattie
ed è abborrito il male.

Non si litiga come sulla terra
per un nonnulla
e non si sa cosa è l'invidia
né il denaro.

Sono stracolmi di stelle
nel cosmo
galattico
linee di fiumi come
cammini da cui si va e si viene
"gli antipodi della vita"

e sparse qui e là
anime
consolate dalla parola di Dio.

Al sorriso sgorga di voi l'amore
per il
nostro
star bene
smisurato terreno e felice

struggente nel ricordo
ancora
di voi
nel volo alato,
Angeli, angeli del Paradiso.


sabato 13 maggio 2017

Due ragazzi che si amano.


Vivono in simbiosi,
combinando il loro presente col loro futuro

dentro un unico arcobaleno,

mischiando sogni e speranze.



Il loro destino da attuare,

ha un cammino incerto e difficile ma si amano

è sta tutta qui la loro forza.

Due ragazzi che si amano,
hanno tutto una strada da percorrere insieme
e il mondo chino ai propri piedi.

di Francesco Currò

venerdì 12 maggio 2017

Cacchi vota a matina.

Mi pari svigghiandumi di essiri  a me casa.

Mi iazzu du lettu cunvintu di curriri in cucina
unni m'aspetta u braceri  prontu che mi preparava me matri:

A tazza i latti cu lu pani cottu

e li risati ta l'aria di me frati e di me soru.

Sentu u caluri da me famigghia
autru chi u friddu che spira
che io abbia a sintiri;
ripinsannuci ...

Da braciunedda scaldava assai, pi mia,
comu lu cori
anche quannu si spignia.

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

Chi vuliti, figghi sunnu!

Ci poi dare tutti i cunsigghi du munnu chi voi ma poi iddi fannu di testa loru.

Basta sintirni a vuci.

E me padri mi da na carica mai vista prima
non c'è bisognu di nessun apperecchiu
di correnti attaccata.

Ora mi movu.

Arriva! ma stativi accuorti**
cu tempu non mi faccia scornu
chiovi forti
u celu e na pellicula trasparenti chi si prepara a cadiri
tutta dun bottu;

e già tantu si tegnu l'umbrellu.


** un termine di uso, napoletano

Ma comu savi a fari?

Io vurria esseri ca e puru addà
ma non sacciu fari i miraculi
pi chistu ancora m'aiu attrezzari
non possu se non pigghiu l'aereo
chi vulari iautu intra a me testa

e spostu tuttu u celu ca intra i nuvuli;
u mari di sutta mentri volu; u suli quannu nasci
e nenti se a vidillu sugnu ca supra.

Io u vidu luccicari comu si ci camminassi
supra
e non cadu staiu a galleggiari
cu na barca in mezzu u mari
e non mi bruciu, né mi bagnu.

Minchia mi ni manca unu.


E cu unu nun è propriu che si camina
poi girari tuttu suttasupra, si ni manca
e u stissu modu nun ni niscemu
dell'inghippu di unni ni truvamu.

Minchia comi avemu a fari?
cu stu unu non poi ne nesciri ne trasiri
a vogghia chi ci provi
non otteni nenti  di bonu

ora chi ci naccurgimmu forsi u rimediu si trova
ma minchia ni manca unu,
comu si fa pi ora?

non si po' pigghiari pi fissa chi c'è natu pi fari sti giochi?
non poi fari autro che appurari,
minchia chi ni manca unu!

poi stringiri i putari pi purtari chiù razioni
ma non è a stissa cosa di quannu ci l'hai
nenti nun c'è da fari che cunstatari
pi ora: minchia ni manca unu!

giovedì 11 maggio 2017

L'amore platonico.

Fare l'amore, l'amore dei sensi

e dalle menti, dar vita a repentini


vorticosi sprazzi di poesie,



che proiettate come frecce

da un arco teso, si fissano labili

nelle emozioni, nei sentimenti


con Poemi, che hanno per metro: il sonetto;

la rima, baciata;

e da qui, voilà! ed è completata l’opera.



di Francesco Currò

mercoledì 10 maggio 2017

Giusto un po' di insalata e ...

Macché giù giù a tant'altro
Ed è una corsa come contro il tempo
per l'ingombro carrello
dopo, troppo triste se rimane vuoto.

D'ogni cosa non acquistata
pare poi si pianga lacrime amare
non è bastato a chi ce la voleva vendere
di averla posizionata su questo o quell'altro scaffale.

Ad una certa precisa altezza
in modo che gli occhi la percepissero
con mezzi sublimali
prima ancora di cercarli.

E la musichetta in sottofondo diffusa
per i corridoi
avente lo scopo di  scaturire in te un atteggiamento 
compulsivo
previsto
dai psicologi del consumismo

Tant'è che quando ti ritrovi all'uscita
oltre a quello che eri venuto a comprare
tanti altri cose inutili
ti porti via 
come fossero stati beni di prima necessità.
          

E' un gioco di numeri, pensandoci bene.

Stanno facendo cilecca
e li fanno arrivare a flotte
prima i giovani poi chiameranno i grandi ed intanto
reggono la loro clandestinità.

ed i nostri figli che fanno? muoiono di stenti
privi di avere la dignità
spettatigli come patriota cittadino
prima noi dicono italiani
per diritto
poi semmai venga tutto il resto.
Non siamo razzisti.

Ma non c'è lavoro dicono:
ed intanto i più gozzovigliano

ministri deputati e senatori
e ceti benestanti
persino la chiesa fa orecchie da mercanti
e tira dritta avanti.
Sono i feudatari di una volta. Pare siano loro 
ordinati di famiglia in famiglia
ad essere come allora i cosiddetti " Reali "

Se escono dalla porta rientrano dalla finestra
e non viceversa

ma intanto vogliono poter sopravvivere
ai pericoli di decadimento, imminenti
non vogliono andarsene!
e si inventano così i numeri falsi!

Io non ce l'ho con te!

Ce l'ho semmai con chi di te se ne serve per il loro sporchi affari.
Ce l'ho con chi uccide col fine di ottenerne qualche profitto
per loro non è importante il colore importa il denaro;
per loro il vile denaro conta più della vite stesse,
che rubano alle povere anime in cerca di un presente, di un futuro.
Che si vergognino!
Non hanno pietà né si pongono limiti
sarebbero pronti anche ad uccidere le loro madri per raggiungere
il loro vile fine.
Nelle traversate del mare si mettono al sicuro poche remate e giungono al largo 
tanto siamo daccordo vi veniamo a prendere 
anche se molti di voi morirete annegati.

L'importante comunque apparire profughi  e non immigrati clandestini.

Mi è stato chiesto ...

Ma la Poesia ti raggiunge ovunque?

Certo non si fa problema 
se sono in una ghiacciaia
e osservo il pesce congelato.

Certo non si preoccupa 
quando sono pieno di problemi
a farsi precedere
da interrogazioni.

Certo non ha orari stabiliti
in cui puoi trovarla;

è un po' come la felicità
che quando arriva arriva,
naturalmente dopo che ti ha scelto

Come dopo aver fatto la spesa ed averla pagata,
Lei ti segue fino a casa
e ti si leggi a specchio!

Allusioni.

Se la pianta fosse Lei
allo stesso identico modo,
non le farei mancare acqua.
La mattina le farei il pieno
e la sera altrettanto.

La nutrirei di attenzioni
come  fossero i semi
sui seni corposi della terra
sparsi e rassodati
calandomi su di Lei
ah, che goduria!

Non aspetterei che arrivi
il crepuscolo
per raggiungerla.

Il mio corpo le cingerei
come la rete
sui pali dei filati d'uva
e gli allargherei il raggio d'azione
su cui poter agire

sullo strato raso,
è l'amore il sole che la scalda coi suoi raggi.

Bell'umore
nel florido campo seminato

belli e bei i frutti!

di Francesco Currò


ma che mi frega a me!

Sono pronto ad attendere
che il desiderio riprenda forma.
Sono anni che vivo questo momennto.
Non è un caso.

Sotto lo stesso tetto 
bevendo la stessa acqua e mangiando l'identico pane
che lei come me divora.

Faccio semmai da solo
se occorre 
fare rinascere come le piantine
che hanno l'inverno
passato in letargo.

Che mi frega se le altre mi darebbero come un altro sapore
che non conosco.
A me confonde
il solo pensarlo.

Non è facile 
andare in un posto a mangiare senza essere stato invitato.

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

Spruzzo e rispruzzo.

Un po' malandate
lo stesso ci perdo del tempo
ora sono ritte
al massimo hanno di bisogno d'un po' di frescura.

Ed io ri-spruzzo
vedo le gocce
far presa
anche
sulle superfice rasa
da poco
che è il segno che tutto è andato bene.

I solchi hanno lineamenti rudi
e linee sagomate
sono lunghe e slanciate
ed hanno un bel seno
di terra

Dal bel osservare
gli occhi si arricreano
alla vista.

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

lunedì 8 maggio 2017

Il mio quasi fratello.

Ci sono giorni che si lascia andare
quando invece gli occorrerebbe esserci
E altri che invece sparisce e proprio non c'è neanche per niente.

Pensa a lei e all'altra e all'altro e si dimentica di se
ora vado io!
no, lascio che siano loro a farlo
semmai!

Ma che fatica alzare le ali alle ferite inferte
e riprovare a volare.


di Francesco Currò

Lei era come se godesse delle sue parole mentre parlava.


E beveva senza sosta anticipando in ogni proprio gesto quello degli altri
tanto da non saper dire tra i due se era più buono il vino bianco dal sapore dolce del prosecco
o il gusto forte rosso rubino del merlot.

Nel sorso d'un drink troppo amaro.

Ci
ho trovato del dolce
che non speravo
potesse contenere in quei incavi di cucchiaino
mai entrato
la stessa sensazione percepita di quando incontrandoti la prima volta ti baciai
proprio con ardore
facendoti come mancare il fiato.
quanti ti amai da allora
quanto tempo ho dedicato a te ed ai tuoi momenti che mi vendevi amore senza monete
 di scambio
e mi chiedevi in cambio
carezze e sussurri onde forgiare
col fuoco dei sensi
il conio delle parole.
Amami tesoro fino a farmi venire l'entusiasmo per la gioia del corpo e dei sensi. 





Io stavo sveglio per lei.

e lei aveva gli occhi stanchi
con le palpebre chiuse
il sonno l'aveva catturata
e abbandonata
nella foresta stregata
dove se ne poteva uscire difficilmente
se non vendendo l'anima.
ora neanche i ciottoli se li avessi lasciati lungo il cammino fatto all'andata
e strano caso neanche le orme lasciate camminando nel fango.
senza scorgere neppure i fasci di rami di faggio
tagliati qui e la come abbandonati dai boscaioli. Ora Lei dormiva mentre il di Lei
aspettava il suo risveglio
che faticava a giungere
E lui s'era come rassegnato per non illudersi.

Ribellatevi allo strapotere dei soliti ...

Sono loro che debbono darci ascolto.
Rovesciategli le scrivanie se non vi ricevono;
è finita l'epoca del precariato.

Non siamo noi ad avere bisogno ma loro di noi
Senza di noi sono nessuno
e non avrebbero alcuna ragione di esistere.

Quindi inutile che alzino la cresta
la tengano piuttosto bassa
più che altro come tori per scornare la loro ipocrisia davvero tanta.

Sono loro che debbono inchinarsi in nostra presenza
ed abbassarsi l'aria di nobili che si danno
in fondo lo sanno anche loro
che non sono degli Incoronati 
ma    ... cittadini nel mondo.

A Cividale,



I ragazzi stanno insieme contenti
ed hanno ruoli da giocatori
si comportano come una vera famiglia
e non ridono dei problemi


a l'uno o l'altro toccano.
Se occorre anzi si danno una mano.
A Cividale, il cielo ha donato attimi colmi di felicità
e li ha spartiti a pioggia di stelle sulla città.

A Cividale, il barman ha servito intingoli e drink
che hanno avuto di buono,
a parte il gusto delle pietanze;

i drink, non l'alcool in se
ma il piacere
di essere stati bene in compagnia.

di Francesco Currò
Diritti di ©) copyright tutelati

Quando sono irato.

Giro a vuoto
anche sui miei stessi argomenti;
tocco ogni cosa che in un primo momento mi si rivolge contro
e da un filo esprimo la mia rabbia

cavalcando orme, una ad una, come se fosse
il mio specchio
riflesso
di risonanza alle tante invettive.

Nuoto gettandomi
nel mare dei ricordi
prospicienti
a quelle di Lei
e faccio come da sott'acqua un intera vasca di cumuli di pensieri.

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

venerdì 5 maggio 2017

Avrei voluto coinvolgerla in atti maliziosi.


Lei ci ripensa 
ma lo stesso se lasciata tentare
uno di questi giorni, dice
non sono buoni i tempi
ma quando a volte si tentenna
e come avesse voluto dire di si

ed intanto si parcheggia
la sua risposta
non ha 
costo
all'ora
è resa gratuitamente poi.

E' un mezzo che può stare come in un bok auto
che però non occupare alcun spazio

Di là ascolta
l'altra parte
di Lei
pronta a risponderle
e sono fuochi interiori incendi che scavano nelle viscere come i sorsi
di vodka
 whisky
e rum

ed intanto Lei aspetta ...