Dalle pendici di una montagna impervia.
Con una gerla a spallone
è dalle pareti ripide che s'arrampica
aggrappandosi non come un normale scalatore con corde, chiodi e picchetti
ma a mani libere.
I palmi imbiancati per far meglio presa sulla roccia
le gambe che avanzano salendo molto stabili.
Un piede fermo cerca un sasso un po' sporgente e l'altro all'interno di una feritoia.
Non guarda in basso, non soffre di vertigini
la sua meta è la cima
s'aiuta
con la forza delle braccia.
I suoi sensi sono tutti incentrati sulla vetta ...
... ... ... ...
... ... .... ...
di Francesco Curro'
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