Biografia

Francesco Currò nasce a Merì il 10/09/1959 un paesino della provincia di Messina.(Sicilia) Fin da ragazzo coltiva la passione di scrivere poesie. Si diploma nel 1978 all’Istituto Tecnico Industriale di Milazzo. Dopo il servizio militare entra 1980 a far parte del Corpo della Guardia di Finanza con sua prima destinazione operativa Trieste. In tutto questo tempo con la città nasce un amore quasi viscerale tanto che ad essa dedica gran parte dei suoi versi nelle sue poesie. Nel 2014, anno in cui viene posto in congedo, prima di trasferirsi ad Attimis UD compone una struggente poesia alla città “ Ode a Trieste”, che fa pubblica sul quotidiano locale Il piccolo di Trieste; carichi sono i suoi scritti, di sentimento e amore per i luoghi e le persone che ivi frequentava quotidianamente. Tra le sue liriche tra l’altro ricordiamo: il suo bastone assente, una lirica dedicata a Umberto Saba e l’allegra Triestina e poi tante altre che se anche qui non menzionate non per questo di minor importanza. scrive anche poesie per il suo paese natio siciliano ricordandolo con nostalgici versi. Ad Attimis in prov. di Udine dove viene a risiedere stando immerso nelle floride campagne di verde della piccola vallata circondato da antichi manieri prosegue questa sua arte maturata con gli anni dando gran risalto ai luoghi del posto dove ora vive.

Partecipa ricevendo attestato di merito con la lirica “ Ti amo ” al concorso premio nazionale di poesia e narrativa Anps “Golfo dei poeti “ nel 2010

Da editore Pagine s.r.l. Roma nel 2013, pubblica sillogi di poesie per le collana di poeti poesia diretta da Elio Pecora, su:

-Viaggi Di Versi____________Nuovi poeti contemporanei 13 poeti

- Poeti contemporanei 7 poeti

Nel 2014 entra a far parte della scuola istituita dal Cavaliere Silvano Bortolazzi più volte proposto come candidato al premio nobel della letteratura nonché Presidente coordinatore internazionale e fondatore della Scuola di Poesia – School of Poetry dell’Unione Mondiale dei Poeti UMP dove viene a ricoprire importanti incarichi nell’ambito della stessa tra cui quella di presidente per la Regione del Friuli Venezia Giulia. Nel 2014 gli viene conferita dal Presidente fondatore della scuola la medaglia al merito del 1° grande premio della poesia di Sestrieri per l’impegno nel campo letterario, compresa l’organizzazione di eventi poetici a livello internazionale.


A febbraio 2017 coautore col collega e poeta, Daniele Petrichiutto per la pubblicazione della silloge di poesia dal titolo: " Da Solchi Proliferi Aurei "


A gennaio 2019 autore unico della Silloge di Poesie " Il Battesimo Dei Versi"

martedì 28 febbraio 2017

La sfiga

La sfiga quando non ti tocca è comica!

Pensa qualche volta che non esisti solo tu.

Non essere egoista!
Tu nella sua vita sei un valore aggiunto
e state insieme non per colmare ciascuno le vostre lacune ma per crescere di intenti.

Le paure, le ansie,
anche se puoi dargli una mano a sconfiggerle
non ti appartengono 
hai già i tuoi di scheletri da combattere.

Rispettatevi, amatevi!
non tradite la fiducia che vi siete posti
unendoVi ...
Il cuore ha acceso una fiamma al vostro amore.

di Francesco Currò





lunedì 27 febbraio 2017

I cinque sensi e poi ... ( il succo! )

Ti vedo! Come acqua limpida e fresca. Mi calo per lambirti la bocca. A sorsi ti bevo dai miei palmi racchiusi.

Ti gusto! nel pane, tenero e fragrante. Lo spezzo senza la minima forza. A morsi, ti mangio dalla fame. Ti odoro! Aggirandomi fra i fiori di campo coloriti, belli e profumati. Coi tuoi petali, di aromi mi inebrio. Ti sento! Nelle melodiche note infinite fra soavi armoniosi pensieri. Di letizie giulive, stupore, mi incanto. Ti tocco! La tua pelle liscia, rosea e nuda di piacere mi colma nello spazio tuo preso, ed il cuore mio ne gioisce, non se ne duole!

di Francesco Currò * tutti i diritti di copyright sono riservati

venerdì 24 febbraio 2017

La lunga coda...


Risparmiare e poi per cosa?
finendo così l'esistenza
per racimolare in più qualche euro.
Ma la vita conta?

Gli anni non ritornano più
meglio andare fino in fondo al guado
attraversandolo

e poi a chi resta indietro, dire: Quanto lunga la fila di gente
che ci imita!

di Francesco Currò

Parole ritrite

Se mancano le parole ai discorsi appena fatti la colpa è nostra  perché:
o per il dispiacere;
o per pentimento;
o per la paura; 
ce le siamo rimangiate!

di Francesco Currò
.

La vendetta dettata dall'orgoglio

Orgoglio d'Essere, ferito?
Non v'è remissione alcuna.
Tornano lucidi i fatti
e lo specchiarsi dei ricordi trapela
da oltre più d'una fessura.

Odio celato misto a rancore.
Guardarsi e alla vista, l'ira.

Voler uccidere
senza stringere le mani al collo
si può!

La bruttezza dell'animo
incollerito,
una maschera.

Lo sconcerto si appiglia al cielo
che altro fare ...
Spazzare via  tutto?
ma come fa male, ahime!

di Francesco Currò


mercoledì 22 febbraio 2017

Scappare da qui e di sana pianta edificare ...

Correndo, portarsi le scarpe fino al culo
e non girarsi per guardare che si lascia
fare conto che si sono bruciate in un incendio
cose a cui più tenevi un sacco
e la tua vita preziosa così hai potuto risparmiare da una fine certa.
Dopo che tu avrai percorso della strada
tutto questo non conterà più niente!

Al contrario di ciò che affermo.

Vedendo come procede la vita intorno a me,
alle volte mi verrebbe di dire
rivolgendomi ad una certa persona
di cui non voglio fare il nome:
Se non mi so difendere come dovrei "La colpa è tua! "
Mi sarebbe piaciuto aver saputo fare altre cose
di cui poi non provare vergogna:
D'entrare in casa d'altri senza remora alcuna.

Rompere la faccia a qualcuno
e non sentirmi colpevole.

Rubare dei mezzi con estrema facilità
senza produrmi ansia in tutto il corpo.

Violentare le donne
molto compiaciuto abbusando del loro corpo come della loro mente.

Sai che ti dico questo qualcuno mi risponderebbe: Bugiardo!

Se Tu potessi ritornare ad essere
un bambino e potresti mutare qualcosa di quanto sinora hai fatto,
ripercorreresti  i passi  in modo identico senza togliere
una virgola:
Sei contento di quel che sei
e per niente al mondo lo vorresti cambiare!


martedì 21 febbraio 2017

se diventi un killer della parola


Ne fai bocconi di sofismi e argomentazioni
a riprova del falso spacciandolo come vero
l'impensabile è credere a una giustizia divina
solo perché sai non esiste più quella umana.
Dateci una colt come facevano nel Far West.
Pugni, per una scazzottata sana liberatoria.
Trovatemi dei testimoni voglio poter duellare.

due mondi da vivere sul filo d'una lama

Uno improntato al bene
L'altro sposandone la malvagità
preda da designare alla preda.
Ma chi è il lupo e chi l'agnello?

In un regno colmo di ipocrisia
quando entrambi si mimetizzano
con vesti che li rendono invisibili

Ai limiti del confine di ognuno
dove per realtà ci sono idee artificio
la cattiveria a non finire. 
accettata senza  ritegno.

Oramai i tempi lo permettono
Siate bestie se volete sopravvivere
parrebbe essere la norma
In questo mondo di iene, sciacalli e lupi.

lunedì 20 febbraio 2017

Ci sarebbe da ridire

Su quanto faccio e come lo faccio.
Potrebbe derivarne agendo male:

Star zitti per timore delle conseguenze;
o attivarsi in modo da fargliela pagare?

Una condotta d'altronde inqualificabile
suscita tanta rabbia e crea l'ansia

nello sbigottimento incredulo degli amici.

Me lo segno al dito così non dimentico!

di Francesco Currò





non saprei da dove iniziare

Ma mi direste voi l'importante è farlo,
direttamente
senza preoccuparsi dei preliminari.

Mettersi buoni buoni ed adire 
per un verso o per un altro.

Ed allora pensi  a come costruire
una strategia che ti faciliti il compito

Le mani si rifiutano di modellare
così come le gambe di camminare
gli occhi di guardare il bello che 
muove come per un bimbo al mare
e lo attrae piuttosto di fargli paura.

La bocca smaniosa si tiene pronta
mi vedo solo ad un passo da te
ne sto ammirando il tuo incedere
con grazia linda, maestosa portento,

mentre in noi sprigiona l'attrazione
tutto avviene nella sua assolutezza.
e ci baciamo ripetutamente ognuna
interessata a ogni parte del corpo.




domenica 19 febbraio 2017

Etchiù! **

E quel fastidioso raschio alla laringe,
ai colpi per sconquassarti le ossa
una o più esplosioni dal petto.
Tosse, in ogni maniera da lenire:

col dolce del miele, le caramelle alla liquirizia
o menta; intingoli d' erbe ricette della nonna.
La durezza che ti imponi nell'uso delle medicine:
spray per la gola, pomate sulla pelle;
l'utilizzo dei fazzolettini per il naso chiuso,
diviene poi per te come un atto compulsivo.

Provando posizioni atte a non farti tossire:
nel letto a faccia in giù sul cuscino;
sul divano, seduto aderente alla spalliera.

Ma non c'è proprio verso di calmarlo,
allora cammini avanti e indietro per la casa
come un corpo in cerca di un'anima smarrita.


Vorresti scappare sbattendoti il portone alle spalle
ma ti vengono i giramenti di testa;ti fanno male i globi oculari
capisci che è meglio aspettare ti passi col tempo da solo
sperando oltremodo non si combini altresì con la febbre.

di Francesco Currò 


Diritti di copyright tutelati

**  lo starnuto

giovedì 16 febbraio 2017

Scusa nonna ...


Ma al mondo quanti tipi di sesso esistono? Allora ascolta piccina mia esiste il sesso in cui un l'uomo
ti da tanti soldi in mano, che poi tu puoi spendere e fare shopping
finché non ti finiscono; e poi ne esiste un altro di sesso ancora più bello
che ti da più goduria nel quale oltre agli euro si aggiunge una carta di credito
con altrettanto valore tanto che tu potrai dire in quest'altro caso che hai goduto doppiamente!
ma nonna ...  Ma allora, l'amore? ah, quello ...Devi sapere si tratta di una parola 
che si è inventata l'uomo per non spendere neanche un euro e far sesso
quanto gli pare e piace!!! ahahahahah. " Buona notte amici ed amiche carissime " ma ciaoooo!!!

Ti sarai domandato/a perché ...

senti che una cosa la devi necessariamente fare?
Ci faccio una bella chiacchierata col mio Io
ad un certo punto lo sfido proprio: insomma gli dico ma che vuoi ?
e lui, come se fosse stato distratto fino ad allora risponde: Ma stai parlando con me? si proprio con te!
Ti vuoi decidere una buona volta che intendi fare
senza che mi fai ripassare a mente lo stesso problema tante volte!
Oggi ho girato mezzo mondo in cerca di una cosa che avevo di bisogno
e che avrei potuto trovare vicino a casa
ed invece facendomi stragionare me l'hai fatta cercare altrove
e cosi a turno: Tarcento, Tavagnacco, Udine, Pradamano e Remanzacco, Feletto. Una mattinata a ruotare come una trottola
e anche in Internet ma dove andavo andavo avevano già chiuso l'attività da oltre un anno
ma mica aggiornano mai che lo facessero
prima mi sforzavo di cercare, poi ad un certo punto ok, ti lascio fare vediamo dove mi porti, tu!
e mi ha riportato di nuovo al punto di partenza:
a Tavagnacco
che per me pensavo fosse improbabile trovarla là
oltretutto se avessi  basato tutta la ricerca sull'esperienza di altri
starei a quest'ora  fresco. Ovviamente non sono tutti per fortuna così
ma a tanti se gli fai delle domande sono come fossilizzati
difatti chiedo ad uno di questi scusa dove posso trovare una certa cosa, x  
mi dispiace ma non ne abbiamo! mi risponde  ah grazie  ma mi spieghi allora com'è che in internet mi indirizzano qua 
e lui: Se mi vuoi scusare debbo far dell'altro! e mi tronca la discussione 
ok, ma grazie lo stesso comunque
e dico tra me e me vedi cosa vuol dire starti a prestare ascolto
vado per uscire e miracolo, me la trovo proprio davanti agli occhi
al che vado dal commesso e gli dico: ma non eri tu che mi avevi detto che non ce n'era?
per giustificarsi mi dice: Si vede che l'hanno portata ora
comunque aveva ragione il mio Io debbo prestargli più spesso ascolto e non far di testa mia.

di Francesco Currò



martedì 14 febbraio 2017

I retroscena del sogno ... ...

Nel mare di sonno,
l'incubo,
non avrei mai immaginato
mi potesse rincorrere
all'indomani all'alba.

Per quanto evanescente,
oltretutto sfocato,
lasciava presagire il peggio.
Dietro la vetrata
il profilo slanciato d'una sagoma.

Il tema sconosciuto
mentre
la lite volgeva a termine.

S'addossava la colpa
per una sfortuna inspiegata
con parole acide.

I martelli dei timpani
rullavano come tam tam
alle parole colorite di disprezzo.

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

domenica 12 febbraio 2017

Voglio di nuovo la lire -tta.

Ah, la nostra amata lira quella con cui sì che si viveva
non dico meglio ma bene.

Se tiravi fuori dalla tasca 500 lire

ci  potevi mangiare un panino
e qualcosa ti bevevi
stando pure in lieta compagnia.

Con i 5 euro di adesso

 non ci compri
che 
un pacchetto di sigarette al massimo
poi rimani cisto
nelle tasche
per tutto il giorno.

Invece con le 100.000 lire

si era ricchi
a pensarci bene senza saperlo.

Uscivi la sera e non voglio esagerare

 " come uno sceicco "
ti potevi permettere
tante favorite
se del caso,
per invitarle a cena.

Oggi i ragazzi che si raggruppano

lasciano le ragazze quasi sempre in disparte
perché
non si possono permettere di spendere euro anche per loro.

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

Cercare di districarsi tra una pila di carte, che palle!

E non capirci lo stesso nulla per il materiale astruso da trattare
fatto a bella apposta dai furbetti di mestiere perché? ma logico per il loro tornaconto personale;
parole che tradotte in italiano non hanno alcun senso
giacché non le traduci neanche facendo appiello al dizionario
Un po' come le leggi e i decreti legge del Governo e del Parlamento quando
vengono emanati
Se li vai a leggere sono un sentiero di bromboli e di trappole impercorribili
di articoletti agglomerati  commi ed altre leggine che quando già scritti non sono completi 
per capirli e semmai ci riesci devi fare un percorso all'indietro negli anni passati fino ai tempi che furono
con altro materiale altrettanto astruso
ma che gli costerebbe scrivere leggi comprensibili  e attuali, mah?
cancellando se del caso tutto il resto
vorrei un'Italia rinascita così dipinta per i nostri figli! altro che questo mare di ipocrisia dove galleggiamo
che è melma.

sabato 11 febbraio 2017

Scendi dal tuo volo alato ed ispirami o musa!

Da tempo
la musa
non torna a farmi visita.
Chissà dove s'è fermata?

Ma che 
si fu trovata bene
stando a proprio agio con me
è pur certo.

E fu così che 
i miei spazi
li relegai a lei
e lei i suoi a me.


Estratto da " parafrasando San Valentino " ( diciamo il succo! )

San Valentino!!!


Ed inizia così la tiritera d’ogni anno.

M'ama o non m'ama?
E ci si sfida, e si cercano prove.
Non ci si accontenta di un semplice, si!
Bisognerà semmai che sia esemplare.
M'ama non m' ama qui non centra,
ormai è un caso commerciale,che si spinge all’etere.
E mai possibile che un giorno, solamente,
debba giustificare la condotta di altri innumerevoli,
Io t’amo più che mai e che, non te ne sei accorta?
non appena mi alzo la mattina ti osservo dormire
e mi preoccupo se stai poco bene, se tossisci o tremi.
Se hai il raffreddore o la febbre, mi prendo di pensiero.
Vado in tilt giornaliero se non mangi o salti il pranzo.
Ti avvolgo con un plaid se ti addormenti scoperta.
Se sei preoccupata ti chiedo che cosa ti succede
e vengo a tranquillizzarti con le mie premure, le mie rassicurazioni.
Guai a chi non sta ad amare in amore disinteressatamente.

di Francesco Currò

diritti di copyright tutelati

San Valentino


364 i dì, di parole semplici
onde comprendere,
e farle comprendere quanto l'ami.


Attenzioni costanti, per quanto iterative,
non spengono il desiderio
anzi lo rafforzano.


L'Amore, ha assoluto bisogno di certezza, 
ricordatevelo!

Saperlo ogni momento giova:
al rapporto;
all'amore stesso.


Magari dopo averla tradita:
Il diamante,
la vacanza,
i fiori,
i piccoli pensieri,
se regna l'ipocrisia
non servono
faran si che t'ami di meno.



Di stagione in stagione maturano
questi forti sentimenti;
mettendo su,
non una volta all'anno,
Gioia mia! foglie, fiori e rami, nel tempo.

Francesco Currò
Diritti di copyright tutelati

venerdì 10 febbraio 2017

Mi ricorderò di te.



Mi ricorderò di te finché avrò vita
"i miei pensieri sentono il vuoto che hai lasciato!".

mi ricorderò di te in ogni luogo
"caleranno le ombre del silenzio e della sera!"

S’alzano le ali del giorno per far notte
e scorre questo letto di fiume vissuto degli anni.

Mi ricorderò di te" per sempre!"
"fino a che  avrò lacrime per piangere la tua assenza!"
 avrò occhi per immaginarti da lontano là oltre le barriere del tempo. 



di Francesco Currò

Ai 5 cantoni

Alberi posti come custodi di noi ragazzi
attorno alla piazza aspettando
che il gioco avesse inizio.

Eravamo in tanti. E' così gli alberi;
ma di noi ne bastavano 6
e 5 di essi per giocare:

uno avrebbe occupato al nostro boom
il posto alla base di ogni albero;
e chi non ci riusciva,
doveva poi pagare un pegno.
Una regola che intendevamo rispettare,
come i grandi, ma eravamo ragazzi
e lì venuti soltanto per giocare.

di Francesco Currò

Se ad andartene sei tu, ne muoio.

Partiamo insieme, vuoi?
Ho bisogno di te, dei tuoi occhi pensosi...
di quelle tue mani prensili,
per abbracciarti, amarti tutta
fino in fondo:

Con i tuoi pregi, con i tuoi difetti
le tue ansie, le tue incertezze.
Partiamo insieme...dai!
andiamo via, per lidi lontanissimi...
nella mia visione più immediata,
vedo la nostra vite ricongiungersi.
Ho bisogno di te, di te...
come d'iniezioni di cemento
a un ponte...
a cui manca il terriccio che s'è eroso da un fiume.
Tu sei come lui, per me quel sostegno;
senza di te non saprei come vivere!

di Francesco Currò

Con i baci e le mani è un gioco.



La tua liscia fronte voglio poter accarezzare.
sorriderti,  lambire le tue labbra rosse da baciare:
i tuoi capelli biondo grano veder splendere
come i tanti raggi del sole


le belle tue mani affusolate toccare e
udir lo scorrere del mormorio dei ruscelli,
al lucido sollazzo delle tue unghia
color acqua e verde prato.


Nei tuoi occhi di cielo azzurro perdermi,
sterminatamente, ed estasiarmi: del
tuo nasino divertito, amabile.


Giocare con le tue sopracciglia: tenue,
le ciglia a pettine, le braccia articolate.

Nell'attesa di ricongiungermi a te,
frattanto che mi aspetti non sarà vana l'attesa!



Il mio sangue.


Quattro sorelle porto nel cuore
e due fratelli
ognuno di loro sa quanto gli voglio bene;
vivono lontani da me nell'arcipelago delle isole
ove la Sicilia è regina delle acque che le bagnano.
Ridente, solare, limpido mare!
Hanno un animo nobile
e l'uno o l'altra quelle qualità
che anche gli altri restanti portano:

virtù, amore, solidarietà, l'umiltà
e sono buoni e sanno voler bene.
Il cielo si tinge d'azzurro
la luna si riflette nel firmamento
ed io li penso, li penso
così come penso alla mia terra, la mia Sicilia, al mio paese.
e nell' immagine come scolpita in volto, un sorriso spunta
dal loro spazio d'agire.

di Francesco Currò

Non abbiamo più lacrime per piangere i nostri morti.


I singhiozzi si strozzano dentro.
Giustizia, vendetta chiediamo
Ma i morti cercano riposo
e un giaciglio umile da dove poi." Liberare
l'anima prigioniera di questo mondo,
verso la Luce":

Tombe e lapidi,
nei sepolcri amano le ombre
così come i pipistrelli
nel buio fitto i tetri antri:

né corpi, né volti, né sangue
li impressionano più,
ma il freddo si! tanto freddo...
raggelante ...la paura!

né i ricordi più gli appartengono
ed ognun di loro lo sa che ne porta traccia.

di Francesco Currò

Piazza Unità d'Italia.


Tracce di sangue intrise al suolo,
latenti, gesti di disumana follia,
il mondo intero, rivive il dramma
del passato.

I pennoni sventolano stendardi
dai toni fiammanti. motori d'aeromobili,
s'odono sorvolar le mura della città;
eroi e martiri perire per la patria,
Libertà!

Da San Giusto le campane rintoccano
a nozze.
Tripudio da Duino a San Bartolomeo,
l'Audace, convergere all'ampia veduta
della piazza, che s’apre al golfo testimone
della storia

i soldati scendere dalla navi e presentarsi
arditi e intrepidi al cospetto del tempo senza fine.

di Francesco Currò

Diritti di copyright tutelati

La banda copriva le loro urla.

La banda copriva le loro urla (per il giorno del ricordo!)

Macelleria umana
nella Risiera di San Saba
grida, pianti, disperazione.

Non sono bastate
le imprecazioni
a dissuadere gli aguzzini
dai loro intenti.


Tutto poteva essere fuorché
festa
legati, trainati come bestie
a forza
nella cordata d'anime che trascendevano
al cieli
fino alle grandi buche profonde
buie della vergogna
nelle Doline del Carso.


.
Un colpo di pistola
sparato alla nuca
o vari, assestati
coi calcio dei fucili,
ai più fortunati
giusto per raggiungere il peso
sufficiente a farli precipitare;



ancora qualche calcio, pugni
un ultimo spintone,
e giù, murati vivi nelle foibe.


di Francesco Currò

giovedì 9 febbraio 2017

Un uomo vive tranquillo

 Se trincerato in quadrati ideali perfetti non privi di fortificazioni.
 Entro le due anime si cercano, si completano o si annullano.

di Francesco Curo
Diritti di copyright tutelati

La felicità!



Ho visto il volto della felicità celarsi dietro una maschera che mi ricordava
le feste della Venezia antica:

graziosa e con gli occhi che trasparivano da due non proprio piccole cavità ovali,
orlate ai lati, di lucentissime ombre con brillantini sparsi,
una penna di piume, incantevoli colori sgargianti.

La maschera era tenuta al viso con una mano tramite una bacchetta lunga legata ad essa saldamente.

Aveva un corpo slanciato ed un profilo flessuoso e dei capelli che si calavano dal viso con delle splendide fronde ondose.

Mi osservava insistentemente nella sala affollata, " ero il solo a cui volgeva  lo sguardo".

Fui sopraffatto dallo stupore che lei mi creava. Mi avvicinai a lei con fare ardito, fissandola  così come lei fissava  me "direttamente sugli occhi".
Le stetti qualche attimo è non parlai. ero ad una distanza davvero ravvicinata.

Le spostai la maschera, e fu da quell'istante che i miei occhi si abbagliarono...
ed io non vidi più nulla, se non il fascino della sua bellezza, più inverosimile,
al di là di ciò che si possa considerare per 
bello"convenzionalmente.

Ero felice e stavo bene ed mi prese una tranquillità interiore mai provata.

Non si sorprese di ciò che avevo appena fatto. Era come se in cuor suo se lo aspettava... è quindi non parlò, sorrise semplicemente e richiuse, dietro di se la maschera veneziana
e andò via
senza più girarsi per guardare indietro.


di Francesco Currò